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Servizio sanitario Marche: sindacati, è il caos "La Regione riconvochi urgentemente le parti. Senza risposte, il prossimo passo saranno scioperi e iniziative pubbliche di mobilitazione"

di Alessandro Pignatelli
23/06/2020
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La decisione della Regione Marche di annullare tutte le prestazioni ambulatoriali con classe di priorità differita e programmata, adottata con la Delibera n. 523 del 5 maggio scorso, sta generando disagi a tutti i livelli.

Come avevamo chiaramente preconizzato nell’incontro avuto con il Servizio Salute il 4 giugno scorso, fanno sapere i sindacati Cgil, Cisl e Uil, le conseguenze di tale disposizione si stanno ora manifestando in tutta la loro drammaticità.

La prima grande difficoltà per le persone consiste nell’accedere agli studi dei medici di famiglia, letteralmente assaltati in queste settimane dalle decine di migliaia di pazienti che devono ottenere la “rivalutazione del bisogno assistenziale” ed eventualmente ricevere una nuova prescrizione. Per timore di assembramenti che potrebbero scatenare nuovi focolai di infezione i medici sono costretti a scaglionare gli appuntamenti, che di conseguenza slittano anche per settimane. Gli stessi medici, che a detta della Regione avrebbero concordato il testo della Delibera in questione, attraverso la loro organizzazione di rappresentanza Fimmg hanno smentito tale adesione e ora invitano i loro pazienti a non recarsi presso gli studi salvo casi di necessità ed urgenza.

Una volta ottenuta la prescrizione bisogna prenotare, e qui sorgono nuovi insormontabili ostacoli. Telefonando al Cup è praticamente impossibile prendere la linea. I divieti di assembramento rendono inaccessibili anche gli sportelli fisici, da poco riaperti presso Distretti sanitari e strutture ospedaliere. La possibilità di prenotare direttamente dagli studi dei medici o dalle farmacie non è ancora operativa, e i canali informatici istituzionali (Sito e App) sono difficilmente utilizzabili per le problematiche legate agli strumenti di identità digitale (Spid o Cohesion).

Restano due soluzioni: la rinuncia (temporanea o definitiva) alla prestazione e il ricorso al privato, per chi se lo può permettere. Ma l’ultima spiaggia è l’accesso ai Pronti Soccorso, rispetto ai quali negli ultimi giorni ci arrivano segnalazioni di preoccupanti intasamenti.

In altre parole si tratta di un vero e proprio “caos a catena”, previsto e prevedibile, frutto di una decisione frettolosa e superficiale rispetto alla quale la Regione sembra non riuscire ad adottare alcuno correttivo.

Nell’incontro di inizio giugno il Servizio Salute si era impegnato a riconvocare le Organizzazioni Sindacali, alla presenza dei rappresentanti dei Medici di Medicina generale, per provare ad elaborare insieme le misure di uscita dalla situazione generata dalla cancellazione delle prescrizioni e, aggiornando il quadro delle disponibilità degli specialisti, presentare un Piano straordinario di riprogrammazione delle prestazioni, anche individuando alcune categorie di prestazioni da riprogrammare in via diretta da parte del Ssr e valutando modalità di comunicazione del Cup personalizzate, specie per gli anziani.

Sono già passate invano quasi 3 settimane e la situazione è divenuta drammatica e inaccettabile. Servono correttivi immediati e per valutarli Cgil Cisl e Uil Marche esortano di nuovo la Regione a convocare un incontro urgente. Senza risposte, il prossimo passo saranno iniziative pubbliche di mobilitazione e protesta.

Tags: CDENEWSMarcheServizio Sanitario RegionaleSindacati
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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