La ripartenza… cosa si sente di dirci su questa fase, così tanto attesa?
Si può chiamare ripartenza? In realtà noi stiamo stati chiusi proprio nel periodo solitamente di maggior incasso quindi, anche per il rispetto delle regole di distanziamento sociale e per evitare l’assembramento, siamo costretti a programmare gli ingressi, proibire le docce, insomma parecchi disagi ai nostri clienti che molto spesso preferiscono rimanere a casa piuttosto che allenarsi a queste condizioni. Tra l’altro chi viene è un nostro cliente al quale abbiamo prolungato l’abbonamento in forma gratuita per recuperare i mesi di chiusura quindi per ora abbiamo solo costi.
Ritiene che i protocolli previsti per la ripartenza in sicurezza siano funzionali? Cosa Suggerirebbe?
Sono adeguati, purtroppo non tutti li rispettano, siamo in Italia e sappiamo come funziona purtroppo. Ora riapriranno gli sport di contatto quindi di combattimento, e allora il criterio di distanziamento invece richiesto negli spogliatoi? Un controsenso.
Quali timori sente, quali progetti?
Se a settembre non si rientra nella normalità io non sono in grado di sostenere l’impresa quindi sarò costretto a chiudere.
Quali pensieri vorrebbe condividere con i suoi colleghi del settore?
Basta concorrenza sleale, occorre che tutti rispettino i protocolli.
Sentiamo dire “Ce la faremo”: lei concluderebbe con un punto esclamativo o con quello interrogativo?
Interrogativo, troppi dubbi e incertezze ancora. Ce la faremo fino a che ci sarà disponibilità economica, poi ?
La sua speranza più luminosa per questa seconda parte del 2020?
Ritorno ad una piena normalità, prima possibile, per tornare a lavorare come prima.