Smart working, come aumentare la produttività nelle aziende

Smart working, una delle tante novità emerse nel corso degli eventi che a partire dal mese di febbraio hanno stravolto le vite, non solo lavorative, di milioni di persone.

Quel “lavoro agile”, telelavoro o lavoro a distanza (in Italia siamo abilissimi a moltiplicare le definizioni di situazioni relativamente semplici), che consente ad un lavoratore subordinato, pubblico o privato che sia, di poter svolgere mansioni senza vincoli di orario e luogo.

E’ una forma di collaborazione molto snella, che consente, specialmente nell’ambito dei servizi, una gestione autonoma e flessibile del lavoro, basandosi principalmente sul raggiungimento di obiettivi concreti e pre-stabiliti tra le parti.

“Nella nostra attività – osserva Giuseppe Finocchi, titolare di Infor Ma, società partner Zucchetti con sede nella Marche – lo smart working e, soprattutto, la manutenzione a distanza, hanno consentito di garantire continuità ai nostri servizi alle imprese, sia nell’ambito dei processi produttivi che gestionali, anche se in forma ridotta a causa dei regolamenti rigidi per le misure contenitive della pandemia”.

Ciò ha comportato l’utilizzo di tecnologie digitali, che hanno consentito l’erogazione dei servizi a distanza in piena efficenza e sicurezza, tecnologie che sono state fondamentali anche per garantire continuità di alcuni servizi a imprese e cittadini, specialmente nella fase più critica della pandemia Covid-19, quando al centro delle preoccupazioni erano le misure di contenimento della sua diffusione.

Secondo una ricerca del Politecnico di Milano (fonte: Digital4biz), il 58% delle grandi imprese ha già introdotto iniziative concrete e destinate a divenire, in larga parte, continuative e non più solo provvisorie, legate cioè alla fase emergenziale.

Anche tra le PMI lo smart working ha registrato un incremento dall’8% al 12%, mentre il 16% degli uffici della Pubblica Amministrazione ha avviato progetti di lavoro “smart” (era l’8% nel 2018 e il 5% l’anno prima).

“La vera sfida – continua Giuseppe Finocchi di Infor Ma   è quella di trasformare una necessità emergenziale in autentica opportunità, per migliorare le prestazioni di lavoratori e collaboratori, e al tempo stesso dare una svolta ad uno dei problemi più evidenti del nostro sistema economico: la produttività del lavoro”.

Al di là degli accordi tra le parti, tra lavoratore e datore di lavoro, una questione importante è, infatti, la misurabilità dei risultati e soprattutto la gestione autonoma dei cicli produttivi e dei servizi, spesso difficile da adottare e controllare a distanza.

“Dipendenti che hanno sempre lavorato in team, seguendo le direttive per esercitare le proprie mansioni, si trovano a dover affrontare una sfida enorme, che è quella della gestione autonoma dell’intera giornata lavorativa, tra pause, picchi di lavoro in orari particolari, eccessiva sedentarietà e mancanza di confronto per le questioni che via via si presentano. Il rischio – conclude Finocchi – è quello che, non solo la qualità della vita e del lavoro, ma anche la produttività, subiscano un andamento tra alti e bassi improvvisi e inaspettati delle prestazioni, cosa che per ogni individuo che opera in un’organizzazione complessa, quale ad esempio un azienda manifatturiera, è assolutamente dannosa nel medio-lungo periodo”.

www.infor-ma.com

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