Sorpresa: l’Umbria è seconda tra le regioni che più hanno visto rincarare i prezzi dei prodotti alimentari per effetto del coronavirus. A mettere in fila tutta Italia è stata l’Unione nazionale consumatori che ha raccolto i dati Istat sull’inflazione nel mese di aprile. La graduatoria riguarda anche le singole province e qui scopriamo che Perugia è al nono posto e Terni al diciassettesimo. Sono considerati i prodotti alimentari e le bevande analcoliche. L’unica voce che in emergenza sanitaria non ha subito decrementi nelle vendite. Anzi, su questi articoli si sono registrate le maggiori speculazioni sui prezzi, con l’Antitrust che ha avviato un’indagine pre istruttoria sull’andamento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità.
La città con i più alti rincari risulta essere Caltanissetta (+5,7 per cento su base annua, più del doppio rispetto alla media italiana, che è pari a 2,8 per cento); al secondo posto c’è Trieste (5,3 per cento), sul podio ancora una città siciliana, Palermo (+4,8 per cento). In fondo alla classifica troviamo invece Siena (+0,6 per cento), Macerata (+0,9 per cento), Arezzo e Pistoia (+1,4 per cento per entrambe).
Per quel che riguarda le regioni, al primo posto c’è il Friuli Venezia Giulia, con un aumento dei prezzi pari al +4,1 per cento; al secondo posto, a braccetto, troviamo la Liguria e l’Umbria (+3,6 per cento per tutte e due). Terza posizione per la Sicilia (+3,4 per cento). Ultime le Marche, +2,1 per cento.
Tornando alle città, a Perugia si è registrato un aumento del prezzo dei prodotti alimentari pari al 3,9 per cento, dunque ben al di sopra della media italiana; a Terni ci fermiamo al +2,6 per cento, dunque leggermente sotto media nazionale.