Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate?
“Per il mio settore non sono assolutamente adeguate ma soprattutto non applicabili; operando negli affitti brevi la sanificazione è economicamente insostenibile perché ricadrebbe sul prezzo di vendita finale al cliente. Inoltre ho ascoltato molte contraddizioni anche in riferimento alla diffusione del virus, a titolo esemplificativo la sua permanenza sugli oggetti. Confusione totale”
Come vede il suo futuro?
“Direi in letargo, di base sono propositiva e ottimista, penso che a settembre/ottobre capiremo chi è riuscito a sopravvivere”.
Quali timori? quali progetti?
“Ho timore appunto di sopravvivenza per quelle strutture più piccole che non potranno resistere per molto tempo; io con le mie risorse, non certo per l’aiuto dello Stato, finora resisto, ma se si continua con queste restrizioni la vedo complicata anche per noi. A livello progettuale stiamo facendo molte promozioni, iniziative nuove quali contattare le Università estere per favorire l’alloggio dei ragazzi in stage e bypassare la tagliola dei grandi portali per offrire loro servizi migliori a prezzi sostenibili.”
Cosa direbbe ai suoi colleghi del settore?
“Riunire tutti in unico portale/piattaforma come un punto di riferimento nazionale del turismo per gli short-term togliendo le case ai portali Booking e Airbnb e fare fronte comune.”.
La critica più forte che si sente di fare?
“ Troppe promesse, troppa burocrazia, zero aiuto, soprattutto ai più piccoli e tutti i fornitori che gravitano nei circuiti della case vacanze.”
La speranza più luminosa?
“Basta litigi, basta promesse, cura e rispetto per gli italiani, perché se lo Stato non batte un colpo la malavita organizzata ne approfitta”