Maura Musa: “Fondamentale ripartire in sicurezza, siamo pronti”

Chiacchierata in un momento difficile a 360° con Maura Musa che porta avanti l’azienda di famiglia che si occupa di ceramiche con il padre Renzo e gli zii Dante e Franco.

In Sardegna Musa Ceramiche non ha bisogno di presentazioni. Azienda storica nel settore per la vendita di articoli arredo bagno. Abbiamo incontrato una degli eredi della famiglia, la signora Maura Musa che, in questo momento difficile a causa dell’epidemia Coronavirus, non sta passando un bel momento

Ritiene le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerirebbe?
Si ritengo siano adeguate, ora bisogna solo ripartire quanto prima in sicurezza, come da protocollo. Noi siamo pronti”.

Come vede il suo futuro?
“Al momento incerto, la ripresa sarà lenta, probabilmente occorrerà qualche anno per recuperare. Sicuramente sarà un futuro ricco di impegno e dedizione per poter ricostruire, anche e soprattutto meglio di prima”.

Quali timori, quali progetti?
“Il timore principale nell’incertezza della ripresa, credo sia lo stesso di tutti gli imprenditori: quello di non riuscire a mantenere la stessa forza lavoro ante pandemia. I progetti dovranno essere improntati ad una Nuovo modo di lavorare, una nuova riorganizzazione…”

Cosa direbbe ai colleghi del settore?
“Sicuramente ci sarà una ripresa anche se lenta, e molte cose andranno ricostruite… per qualcuno questo stop imposto avrà forse messo a dura prova la continuità della stessa azienda, per altri invece potrebbe essere una possibilità di rilancio. Quello che è importante è, nella ovvia concorrenza, evitare i comportamenti sleali. Se in questo momento non si fa squadra, e non si salvaguarda il settore, a lungo andare perderemmo tutti e maggiormente.

La critica più forte che si sente di fare?
Non mi sento di fare critiche anche perché non è facile prendere decisioni, e ogni situazione con il senno di poi poteva essere meglio gestita. Più che altro mi sento di esortare una veloce riapertura delle attività che possono operare in sicurezza”.

La speranza più luminosa?
Sicuramente che venga trovato un vaccino, e che con l’arrivo dell’estate il virus possa scomparire. Ma questo dipenderà molto dal comportamento di tutti noi. Speriamo quindi che le persone abbiano imparato ad essere più coscienziose e a rispettose delle regole”.

Vista la situazione, il calcio, anche con le partite a porte chiuse, deve riprendere o no? 

Come in tutti gli sport, anche il mondo del calcio e tutti i tifosi stanno soffrendo in questo periodo, anche perché lo sport in generale è qualcosa che unisce e sicuramente per alcuni sarebbe stato un momento per far evadere la mente dalle preoccupazioni, ma a mio parere si può ancora attendere fino a quando non si avranno dati certi dalla comunità scientifica… Poi chissà, magari a giugno si potrà riprendere anche se a porte chiuse”.

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