Marialuisa Filippelli e Giuseppe De Santis, guidano con professionalità e passione l’azienda Brutia Disinfest che da oltre trent’anni opera nel settore dell’igiene ambientale.
Ritenete le misure di contenimento pandemico adeguate? Cosa suggerireste?
“Il Governo si è attivato subito. E’ logico che non è facile attuarle ma noi siamo sempre stati in prima linea e ci siamo protetti. Una volta che i nostri dipendenti sono stati nelle condizioni di poter lavorare nelle massima sicurezza, ci siamo attivati”.
Siete un’azienda in prima linea, che in pieno lock-down ha aumentato i suoi interventi soprattutto nel campo delle sanificazioni.
“C’è stato un fermo per quanto riguardo le nostre attività di base, essendosi fermati ristoranti, cinema e centri commerciali che con noi lavorano quotidianamente, ma sono aumentate le disinfezioni. Il nostro lavoro si è svolto in maniera più veloce con i nostri collaboratori che si sono mossi in un clima difficile, però non si è interrotto il nostro ciclo produttivo”.
La vostra è un’azienda che guarda al futuro in maniera diversa, che guarda con interesse anche alle altre aziende che dovranno riaprire seguendo nuove forme igenico-sanitarie.
“La disinfezione delle aziende veniva spesso sottovalutata, anche dai comuni, noi spesso la proponevamo ma veniva quasi sempre scartata. Penso che quanto è successo cambierà tutto e verrà vista in maniera diversa, il servizio adesso verrà portato avanti con maggiore attenzione. La speranza è che una volta trovata la cura tutto questo si fermerà, tenendo conto di quello che abbiamo passato dovremmo avere maggiori accortezze, come lavarci spesso le mani, disinfettare le aziende e gli ambienti di lavoro”.
La critica più forte che si sente di fare?
“La gente è stanca, appena qualcuno dice: ‘potete uscire’, tutti voglio uscire, dagli anziani per una semplice passeggiata ai più giovani. Non mi va di muovere una critica ma vorrei soltanto che tutti stiano più attenti. E’ stata una situazione enormemente complicata e ognuno di noi l’ha affrontata in un determinato modo”.
Cosa pensa dell’eventuale ripartenza del Calcio?
“Da tifoso mi auguro che non riparta, così il Cosenza potrà salvarsi… scherzi a parte, è un business troppo grande. Sicuramente è molto complicato, il pericolo non è passato e per una società piccola sarà molto difficile ricominciare viste le misure che vogliono mettere in atto. In futuro è giusto pensare alla ripartenza, anche perché la gente ha bisogno di un diversivo, adesso c’è altro a cui pensare ed inevitabilmente il calcio passa in secondo piano”.