Acque Minerali Italiane: produzione al 60%, piano industriale entro 120 giorni

Futuro di Acque Minerali Italiane, di cui fa parte anche San Gemini: ieri si è svolto un incontro video tra le sigle sindacali, l’azienda e il ministero. “La produzione riparte al 60 per cento e il piano industriale prevede la possibilità di interventi da parte di soggetti terzi”. Come da previsioni, insomma.

Erano presenti all’incontro il ministro dello Sviluppo economico, l’azienda, gli amministratori del gruppo Ami, le segreterie nazionali di Fai Flai Uila più qualche sindacato locale, i rappresentanti di Regione Lombardia, Veneto, Umbria ed Emilia Romagna. È stato depositato al tribunale di Milano il concordato in bianco, “ma manca il decreto del tribunale stesso a seguito dell’emergenza coronavirus che ha sconvolto l’ordinarietà: quindi, seppure in tempi non al momento certi, non verrà meno il rispetto dei termini di legge di 120 giorni, in cui dovrà essere presentato il piano industriale, che sarà in continuità e prevederà la possibilità anche di interventi da parte di soggetti terzi”.

La settimana prossima, in tutti i siti, ripartirà la produzione al 60 per cento, “in quanto ancora non vi è un approvvigionamento delle necessarie materie prime”. L’azienda ha confermato che sono in corso trattative con vari player importanti del settore, ma “non ha potuto dare ulteriori informazioni in quanto vincolata dal patto di riservatezza”.

I sindacati hanno fatto sapere che è necessario “nel più breve tempo possibile” il piano industriale, “avendo chiaro l’obiettivo della salvaguardia di tutti i siti produttivi e dell’occupazione. Considerando la ripartenza al 60 per cento, i dipendenti non impegnati nella immediata ripresa produttiva devono essere coperti da ammortizzatori sociali per affrontare questo momento di difficoltà. A breve il governo dovrebbe emanare il nuovo decreto e capiremo se ci sono le condizioni per attivare la Cassa integrazione retroattiva, altrimenti dovremo avviare la Cassa integrazione guadagni ordinaria”. Le Regioni “hanno manifestato disponibilità a lavorare per attivarsi subito e mettere in campo tutti gli strumenti necessari. C’è la volontà a riconvocarci al ministero per monitorare lo stato di avanzamento”.

In una successiva call center tra azienda e sindacati si è definito che se entro lunedì non fosse perfezionato il percorso di richiesta della Cassa, i lavoratori che non riprenderanno a lavorare “saranno coperti da ferie che potranno essere recuperate comunque, grazie alla retroattività prevista nel Decreto”.

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