La Fabi dell’Umbria interviene sull’afflusso eccessivo di persone agli sportelli bancari in relazione all’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. E lo fa con un comunicato dedicato alla cittadinanza: “Nonostante i divieti imposti da dal recente decreto legge, volti a contenere la diffusione
dell’epidemia Covid-19 coronavirus, rileviamo un costante afflusso della clientela presso gli
sportelli degli Istituti Bancari e le filiali di Agenzie delle Entrate e Riscossioni, che al momento restano aperti al pubblico”.
“In moltissimi casi, tale afflusso di clienti è motivato dallo svolgimento di attività e operazioni che,
nulla hanno a che fare con il carattere di urgenza e inderogabilità previsti come valide motivazioni di uscita dal proprio domicilio, dal Decreto governativo vigente. Nella consapevolezza dell’importanza del rapporto personale con gli operatori, vorremmo ricordare ai cittadini che, in questi casi, si sta contravvenendo a quanto stabilito dal Decreto che permette ‘gli spostamenti solo se motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute’. La violazione delle norme in oggetto espone non solo a delle sanzioni amministrative e penali, ma soprattutto a severi rischi di trasmissione del virus a se stessi, ai propri cari agli operatori e alle loro famiglie”.
Le Segreterie regionali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca-Uil e Unisin invitano quindi tutti i cittadini “a evitare di andare agli sportelli per operazioni non strettamente indispensabili e che si devono rimandare; usare, se posseduto, il bancomat per tutte le operazioni di prelevamento e, ove possibile, versamento e consultazione del conto corrente; usare l’internet banking per effettuare pagamenti e bonifici; telefonare o mandare mail per avere informazioni che non necessitano della presenza fisica allo sportello. Invitiamo tutti a una grande assunzione di responsabilità per il superamento di questo momento estremamente difficile per il nostro Paese”.
Ricordiamo che il decreto del presidente del Consiglio esclude le banche dalla chiusura forzata, ma impone alcune regole che vanno scrupolosamente seguite: dalla distanza minima di un metro tra persona e persona al divieto di assembramenti. Inoltre, queste sono le attività che restano aperte nel periodo di validità del decreto su tutto il territorio nazionale: i negozi per beni di prima necessità, gli alimentari, le farmacie, tabacchi, lavanderie, edicole, uffici di pubblica utilità come le poste , le assicurazioni, i trasporti e le banche. Al lavoro anche idraulici, meccanici, benzinai e pompe funebri. Aperte le industrie, ma con misure di sicurezza.