Il 27 dicembre scorso, la Giunta regionale umbra ha licenziato la delibera che amplia di molto il territorio definito ‘Zona vulnerabile da Nitrati’. Coldiretti Umbria, però, fa sapere che questo rischia di infliggere un grave colpo, soprattutto al comparto zootecnico della regione, con possibili ripercussioni e nuovi vincoli per il lavoro degli allevatori.
Al Tavolo Verde, peraltro, l’associazione dei coltivatori diretti umbra è stata l’unica a sollevare il problema con l’assessore regionale all’Agricoltura, Roberto Morroni, che ha fatto sapere di essere disposto al confronto fin dai prossimi giorni, convocando un tavolo tecnico. Coldiretti spiega: “Occorre prendere coscienza che la zootecnia non costituisce una minaccia, ma una risorsa ambientale ed economica importante per il territorio, con il comparto che rappresenta più di un terzo della Produzione lorda vendibile agricola regionale e uno dei perni del vero cibo made in Umbria”.
L’auspicio è “poter andare incontro quanto prima alle esigenze delle aziende zootecniche e agricole umbre, che già negli anni si sono adoperate per aumentare e migliorare i propri standard produttivi, preservando un’importante biodiversità e puntando su una sempre maggiore qualità delle produzioni basate sul rispetto del territorio, dell’ambiente e sul benessere animale. Quando una stalla chiude, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, contro lo spopolamento e il degrado”.
Pur considerando l’importanza della tutela ambientale, Coldiretti aggiunge: “Il problema colpisce soprattutto gli allevatori, ma coinvolgerà anche il mondo agricolo tutto, già impegnato e virtuoso sul fronte della sostenibilità e ora interessato da ulteriori restrizioni normative”.