Franciacorta meglio di Los Angeles, Sydney, New York e Londra? Se andrà in porto il progetto per la costruzione di una Concert Hall da 6.381 posti, sì. Il progetto è del costruttore Moretti Spa e dovrebbe ospitare balletti, musica sinfonica, rappresentazioni liriche e, perché no, pure musica pop e prosa. Ci sarà anche un teatro da 444 posti per convegni e spettacoli, dieci bar, un museo dedicato al liutaio Luca Marenzio e un hotel da 90 posti, per artisti. E ancora: un istituito musicale. Il complesso avrà una sua orchestra sinfonica, un proprio corpo di ballo e un coro.
A Erbusco, in provincia di Brescia, vivono 8.743 abitanti. Ma evidentemente si pensa in grande. Il costo del nuovo complesso è di 120 milioni di euro. L’amministrazione locale ha dato il primo via libero alla cementificazione di un’area di 50 mila metri quadrati, oggi classificata come ‘area agricola di salvaguardia’.
Già è prevista l’inaugurazione, per il 2023, con la Sinfonia dei Mille di Mahler. Per capire di che opera stiamo parlando, è sufficiente fare alcuni confronti: la Città della Musica di Roma di Renzo Piano conta, sommando le quattro sale, 4.612 posti complessivi; la Scala di Milano arriva a 2.013; la Grosser Saal di Berlino si ferma a 2.440 sedili; la Sydney Opera House arriva a 2.679. Si avvicinano al progetto di Erbusco la Royal Albert Hall di Londra (5.544 posti) e il Microsoft Theater di Los Angeles (7.100 posti seduti).
La Concert Hall nascerà attaccata al centro commerciale più grande della Franciacorta e della Bergamasca, le Porte Franche, altra opera della famiglia Moretti. Questi ultimi non avevano pensato al teatro come prima opzione per utilizzare l’area. Nel 2016 avevano infatti progettato un secondo centro commerciale, ma un referendum aveva bocciato l’idea. Dicono che non sarà la location migliore per il teatro: sarà infatti subito dopo il casello autostradale di Rovato, ai limiti di una rotonda già edificata parecchio, vicino a una strada provinciale e “avrà l’affaccio principale sul retro di uno Starbucks che è in costruzione e su due distributori. Non proprio il massimo” dice Gianfranco Gafforelli, urbanista e presidente del Parco Agricolo della Franciacorta. “Tuttavia ancora non si può ragionare con certezza del progetto Concert Hall perché, nonostante chiediamo planimetrie, progetti e tutte le carte al comune di Erbusco da più di due mesi, ancora non abbiamo visto nulla. Mettono davanti mille cavilli”.
I problemi, effettivamente, non mancano. Quello della viabilità, per cominciare: per raggiungere il teatro, bisognerà per forza prendere l’auto, e le strade sono già pesantemente congestionate. Gli ambientalisti storcono il naso di fronte al business plan: “Chi ci dice che l’attuale proprietario dell’area, una volta ottenuti i permessi per costruire il teatro e iniziati i lavori, non ceda poi il contratto a un altro imprenditore, il quale cambierà la destinazione del costruito” precisa Gafforella. Del resto, qui parliamo di una delibera presentata da un privati a un Comune di 8 mila abitanti”. Insomma, esiste davvero il rischio che da teatro si possa passare a centro commerciale, magari adducendo come scusa l’insostenibilità del progetto culturale?
“A sostenere l’investimento saranno alcuni fondi di investimento privati che abbiamo contattato e che si sono detti molto interessati. Ancora non possiamo svelare i nomi dei fondi, ma posso assicurare che la Moretti Spa sarà solo general conctractor dell’area” dice Mirco Marchesini, consulente finanziario del gruppo Moretti. A marzo si attende l’ok della Regione Lombardia.
I promotori sostengono di voler bloccare il prezzo dei biglietti a 28 euro, un costo irrisorio mentre gli altri teatri ne d’opera ne praticano ben altri e restano aperti solo grazie agli aiuti dello Stato e alle sponsorizzazioni dei privati. Emiliano Facchinetti, fondatore e direttore dell’Orchestra filarmonica della Franciacorta, cervello artistico dell’operazione e futuro sovrintendente, aggiunge: “Da quattro anni studiamo i piani finanziari delle fondazioni che gestiscono i teatri. Abbiamo individuato il loro problema, che sta nello spreco delle risorse pubbliche. Noi, con i nostri 6 mila posti, possiamo coprire i costi con poche rappresentazioni mentre la Scala, per esempio, deve fare molte più repliche”. E ancora: “Il vero problema non è la scarsa affluenza di pubblico a opere e concerti, ma i folli sprechi delle fondazioni, nell’assenza di una visione marketing aziendale della cultura e nella mancanza di appetibilità da parte delle sponsorizzazioni private”.
Zero problemi di calendario, infine, visto che già si sta programmando il cartellone dei primi tre anni. “Per raggiungere la piena responsabilità economica, abbiamo calcolato che ci bastano 126 serate l’anno” fa sapere Marchesini. Vale a dire: 804.006 spettatori del Nord Italia che dovranno prendere l’auto, arrivare a Erbusco, vedere lo spettacolo, riprendere l’auto e tornare a casa. Ogni anno. Arduo, forse.