Diminuiscono i padroncini, crescono le società di capitali: così cambia il mondo dell’autotrasporto nelle Marche. Nel contempo, continua a calare il fatturato, -2,1% nel secondo semestre del 2018, -1,7% nel primo semestre del 2019. Conseguenza: la diminuzione degli investimenti.
Da inizio 2016 a novembre 2019, le imprese dei trasporti marchigiane sono passate da 3.991 a 3.749 (-242, di cui 89 sparite nel solo 2019). La crisi del settore non vuole finire, insomma. I padroncini, le imprese individuali dunque, sono quelli che pagano lo scotto peggiore: da 2.536 sono crollate a 2.296, con la perdita di 240 aziende, vale a dire il 9,5%. Ciononostante, restano il 60,8% di tutte le imprese di autotrasporto delle Marche, contro il 52% della media nazionale.
Si tratta in particolare di aziende governate da persone con più di 50 anni. Sono in deciso aumento le società di capitali, passate da 658 a 728 (+10,6%), calano quelle di persona (-5,9%) e le altre forme (-7,7%). La provincia di Ancona è quella che più ha risentito della crisi nell’autotrasporto (-87 imprese dal 2016 a novembre 2019), poi Pesaro Urbino (-56), Macerata (-49), Ascoli Piceno (-29) e Fermo (-21). Chi è rimasto sul mercato, ha rafforzato la propria massa critica, attraverso consorzi e contratti di rete che favoriscono la logistica pur non rinunciando alla flessibilità.
Riccardo Battisti, responsabile Cna Fita Marche, commenta: “Le nostre imprese per oltre il 90 per cento sono attive nel traffico regionale e nazionale e solo meno del 10 per cento viaggiano oltre frontiera. Il confronto con i vettori esteri è impietoso. Ad esempio i ‘padroncini’ polacchi fanno per il 70 per cento trasporto internazionale. Senza considerare la concorrenza al ribasso sulle tariffe che penalizza fortemente le nostre imprese rispetto a quelle dell’Est Europa. In dieci anni abbiamo perso il 40 per cento delle merci trasportate su strada”.
I problemi che interferiscono sono il gap infrastrutturale della regione, ma pure le strade e la autostrade nazionali, l’aumento continuo dei costi di gestione, i ritardi nei tempi di pagamento e la debolezza del potere contrattuale dei padroncini nei confronti della committenza. Ancora Battisti: “Come se non bastasse, gli autotrasportatori marchigiani devono affrontare anche il caos sull’A14 e sulla statale 16 a causa dei viadotti a rischio, con maxi ingorghi, strade intasate e file per decine di chilometri. Una situazione insostenibile. Senza un risoluto e celere intervento del Governo ci mobiliteremo organizzando una protesta tra le Marche e l’Abruzzo, riservandoci di individuare modalità, tempi e luoghi della contestazione”.
Come fare per rilanciare l’autotrasporto? Garantire effettiva continuità a tutte le imprese disagiate a causa della collocazione logistica particolarmente critica; ridurre l’incidenza delle imposte sul gasolio al di sotto del 50%; utilizzare i finanziamenti europei per definire un piano straordinario d’intervento sulla viabilità; prendere misure che consentano tempi di pagamento certi; favorire l’aggregazione tra aziende.