Sotto la spinta di 1,1 milioni di firme raccolte in sette Paesi europei, l’etichetta di origine degli alimenti, per impedire di spacciare come Made in Italy quelli ottenuti da prodotti stranieri, è all’ordine del giorno del Consiglio Agricolo Ue del 16 e 17 dicembre.
Lo riferisce Coldiretti che ha promosso con successo insieme ad altre organizzazioni europee l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. Si tratta di un risultato storico per una petizione che ha avuto il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti e di Fondazione Campagna Amica e che ha visto anche l’Umbria protagonista con oltre 30.000 firme raccolte.
Il documento che sarà discusso in Consiglio – sottolinea Coldiretti – ha avuto già il sostegno di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna che, per rispondere alle aspettative dei consumatori, chiedono una normativa europea stringente sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta. Si chiede in particolare che questo obiettivo – spiega Coldiretti – possa divenire parte integrante della strategia “farm to fork” del Green New Deal proposto dalla Commissione Europea alla quale si propone di formulare una proposta poiché le norme che entreranno in vigore nell’aprile 2020 non permetteranno un’informazione obbligatoria e completa al consumatore.
Un successo per l’Italia dove è stato raccolto l’85% delle firme con il contributo – prosegue Coldiretti – di cittadini e rappresentanti delle istituzioni, della politica, dello sport, della ricerca e della cultura a partire dal ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al quale sono state consegnate simbolicamente le firme raccolte al Forum Coldiretti di Cernobbio l’ottobre scorso. La proposta al tavolo del Consiglio è una svolta storica per l’Unione Europea che – ricorda Coldiretti – ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contraddittorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero.
“Un’esigenza di chiarezza – afferma Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – condivisa dalla stragrande maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo. L’obbligo di indicare l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa per le politiche rivolte alla qualità, sicurezza alimentare e trasparenza dell’informazione”.