Si apre un nuovo percorso per le aziende sottratte alla mafia: al Viminale la Ministra Luciana Lamorgese, il direttore dell’Anbsc (agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati) Bruno Frattasi e il vicepresidente di Unioncamere nazionale e Presidente dela Camera di Commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni hanno presentato «Open data aziende confiscate», portale on line con tutte le informazioni sulle imprese strappate dallo Stato al dominio mafioso.
Il progetto realizzato dall’Agenzia – Anbsc, da Unioncamere e Infocamere intende agevolare la massima trasparenza sulla gestione e sulla destinazione dei beni confiscati alla criminalità, attraverso il rafforzamento del dialogo tra i vari soggetti interessati al mondo dei beni confiscati e dunque attori istituzionali e imprese stesse. Con un obiettivo prioritario: ridurre al massimo i tempi di assegnazione delle imprese e, di conseguenza, i rischi che le aziende una volta tolte alle organizzazioni criminali finiscano per chiudere, con pesanti ricadute sia economiche che sociali.
«Questo è un progetto davvero importante perché va a sostenere il lavoro dell’Agenzia consentendole di ridurre al massimo i tempi – ha sottolineato la Ministra Luciana Lamorgese. Sottrarre i beni alla criminalità ha un valore economico ma soprattutto sociale, perché i beni vengono reinseriti in un tessuto legale e tutti possono usufruirne”. “Peraltro – ha annunciato la Ministra degli Interni – stiamo operando anche con emendamenti alla Legge di Stabilità per cercare di fornire una migliore organizzazione all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità (Anbsc)”.
Giorgio Mencaroni, Vicepresidente di Unioncamere nazionale e Presidente della Camera di Commercio di Perugia ha sottolineato come «grazie a questa partnership siano finalmente fruibili e accessibili nell’immediato tutte le informazioni, economiche ma non solo, relative alle aziende confiscate”. “Per dare una dimensione al fenomeno – ha precisato Giorgio Mencaroni – su base nazionale, le aziende confiscate alla criminalità in via definitiva sono 2.317. La quasi totalità (il 90,8%) si trova in 5 regioni: una su tre (32%) in Sicilia, il resto in Campania (17,5%), Lazio (13,4%), Calabria (13%) e Lombardia (8,4%). I settori più coinvolti sono le costruzioni, pari al 23% delle imprese confiscate, il commercio (21,5%), la ristorazione e le strutture ricettive (8,5%), l’immobiliare (7,3%), il manifatturiero (7,2%), i trasporti e le attività di magazzinaggio (5,6%) e l’agricoltura (4,5%). In Umbria le Aziende confiscate alla criminalità ad oggi sono quattro, due in provincia di Perugia nei settori Servizi di informazione e comunicazione e attività immobiliare. E due in provincia di Terni, nei settori Costruzioni e Attività di servizi di alloggio e ristorazione”.
“Dai dati inseriti nel portale «Open data aziende confiscate” – ha spiegato il Direttore dell’Agenzia Bruno Frattasi – “possiamo verificare, anche con processi di business intelligence, quali sono le effettive condizioni dell’azienda, sia in termini di possibilità di rilancio di mercato sia di inquinamento mafioso. Un’impresa con un grado alto di compromissione con la legalità è molto difficile da riportare sul mercato. La nostra sfida punta invece a recuperare e destinare alla concorrenza le aziende con le condizioni necessarie alla loro vita operativa”.