“Codice Rosso”: le novità introdotte dal legislatore in tema di violenza domestica e di genere

avv. raffaele ascione

Con l’entrata in vigore della Legge n. 69 del 19 luglio 2019, denominata “Codice Rosso”, sono state introdotte numerose modifiche al codice penale e a quello di procedura penale, al fine di prevenire e reprimere con maggior efficacia la violenza domestica e di genere.

Ma cosa cambia realmente nella tutela e difesa delle vittime di tali reati?

Lo abbiamo chiesto all’Avv. Raffaele Ascione, penalista del Foro di Roma che da anni assiste, anche grazie alla collaborazione con alcuni centri antiviolenza, le vittime dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking.

“La prima novità introdotta con la L. 69/2019 è quella di imprimere una significativa accelerazione ai procedimenti penali instauratisi per alcuni reati, tra i quali proprio quelli di maltrattamenti in famiglia ed atti persecutori (c.d. stalking). Grazie alle modifiche normative, infatti, la polizia giudiziaria, non appena ricevuta la notizia di reato, dovrà immediatamente informare, anche in forma orale, il Pubblico Ministero.

Quest’ultimo, inoltre, nelle ipotesi ove proceda per i delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, dovrà assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato. In tal modo, dunque, si è cercato di velocizzare tutta la fase prodromica all’iscrizione della notitia criminis nonché di attivare immediatamente strumenti di cautela nei confronti degli indagati”.

In attesa che la giustizia faccia il suo corso, pertanto, quali sono gli strumenti che  possono essere esperiti dall’Aurità Giudiziaria a tutela delle vittime?

“Anche in ordine a tale aspetto il Legislatore ha modificato la disciplina di riferimento prevedendo, in caso di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, che il rispetto di tale vincolo venga monitorato anche mediante l’applicazione di sistemi di controllo di ultima generazione quale, ad esempio, il cosiddetto braccialetto elettronico. Il delitto di maltrattamenti in famiglia, inoltre, viene ricompreso tra quelli che permettono l’applicazione di misure di prevenzione”.

L’Avv. Raffaele Ascione, inoltre, ha chiarito come siano state inasprite le sanzioni precedentemente previste per tali reati, sottolineando come “la pena edittale prevista per il reato di stalking è stata aumentata da un minimo di sei mesi e un massimo di cinque anni a un minimo di un anno e un massimo di sei anni e sei mesi. Parimenti, per il reato di maltrattamenti in famiglia la pena è stata elevata da  un minimo di due e un massimo di sei anni a un minimo di tre e un massimo di sette”.

Quali sono le ulteriori novità introdotte dalla Legge n. 69/2019?

“La novella ha finalmente preso posizione in ordine ad altri infamanti reati quali, ad esempio, il c.d. revenge porn. Troppo spesso abbiamo assistito a raccapriccianti notizie di cronaca che avevano a che fare con video porno diffusi magari da ex fidanzati in rete, dati in pasto alla comunità virtuale. Nel codice penale, infatti, è stato introdotto il nuovo articolo 613 ter, il quale punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, prevedendo una specifica circostanza aggravante per i fatti commessi dal coniuge, anche se separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero per fatti commessi attraverso strumenti informatici o telematici. Finalmente, dunque, questa piaga sociale che si stava diffondendo sempre più nel nostro paese e che, purtroppo, ha condotto – negli ultimi anni – alcune vittime a togliersi la vita, trova una netta risposta dallo Stato Italiano il quale ha previsto per tale condotta la pena della reclusione da uno a sei anni e della multa da 5 mila a 15 mila euro”.

Insomma, anche alla luce delle recenti modifiche legislative, la battaglia contro la violenza di genere e domestica prosegue con ancor più efficacia.

“Non abbiate paura di denunciare, perché oggi il nostro ordinamento è pronto a reprimere con maggior fermezza e velocità tali crimini” questo è il messaggio che l’Avv. Raffaele Ascione, forte della sua esperienza maturata ormai da anni sul campo, ci tiene a lanciare.

“Ad ogni modo, anche se non si ha la forza di relazionarsi direttamente con le Forze dell’Ordine ci si può rivolgere ad un centro antiviolenza o ad un legale di fiducia che possa essere d’ausilio in questo percorso. Personalmente ho creato, mediante la pagina Facebook dello “Studio Legale Ascione” un canale social attraverso il quale raccogliere le richieste di aiuto per le vittime di questi reati affinché il loro grido non resti inascoltato”.

Insomma, qualsiasi sia la strada intrapresa, l’importante è uscire dal cono d’ombra della paura e denunciare.

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