Sistemi locali del lavoro: crisi nella zona appenninica

La recessione ha scavato molto in profondità in Umbria: la conferma arriva dai dati elaborati dall’Istat, relativi allo scorso anno, sui sistemi locali del lavoro, e resi noti dall’Ires Cgil Umbria. Sono 14 nella regione e le differenze tra uno e l’altro si sono allargate.

Il tasso di disoccupazione più elevato lo troviamo nella zona appenninica, che paga la crisi della ex Antonio Merloni di Gaifana: siamo al 9,8% nel sistema locale del lavoro di Gubbio e al 9,7% in quello di Gualdo Tadino. Pure nello Spoletino si sono aperte diverse crisi aziendali, che hanno portato la percentuale al 9,6%, come a Umbertide e a Todi.

Ci sono 10.500 disoccupati a Perugia, con tasso del 9,1%, e 7.300 a Terni, con un tasso pari al 9,6%. Interessante poi analizzare il rapporto tra attivi e inattivi nei vari territori umbri. Scopriamo che solo a Perugia e a Città di Castello gli attivi sono di più degli inattivi, in 11 gli inattivi superano gli attivi, in alcuni casi anche di gran lunga. Nel sistema locale del lavoro di Assisi-Bastia, il numero di attivi e di inattivi è alla pari.

Gli ultimi dati, quelli del rapporto tra attivi e inattivi, richiedono una analisi approfondita sulle tendenze negative che potrebbero esserci nei prossimi anni, in particolare visto il fenomeno in crescita dell’emigrazione da parte dei giovani.

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