Si è svolto a Matera questa mattina l’evento “Fai Bella l’Italia”, organizzato dalla Fai Cisl. Durante la mattinata sono stati consegnati diversi riconoscimenti, assegnati dalla federazione ad alcune realtà che si sono dimostrate sensibili rispetto ai temi dell’ambiente e del lavoro. Sono stati premiati: Symbola, per l’iniziativa “l’Italia in 10 selfie”, Coldiretti, per “Campagna Amica, prodotti km zero”, il consorzio Co.Ge.Vo di Chioggia per la sostenibilità nel settore ittico, l’Istituto Comprensivo don Milani di Policoro, per il progetto “Lucania da aMARE”, Heineken per l’iniziativa “10.000 per l’Ambiente”, Acque Minerali San Benedetto per il polo di ricerca sulla sostenibilità. È stato inoltre premiato un lavoratore forestale di Stromboli, intervenuto durante l’eruzione del vulcano lo scorso luglio, portando in salvo molti turisti. Altri riconoscimenti sono stati ricevuti dalla band Grace N Kaos, autrice del brano “Nero” contro il caporalato e vincitrice del premio Amnesty International, da Valerio Rossi Albertini, ricercatore del CNR e divulgatore scientifico, e da Federica Gasbarro, attivista del movimento Fridays For Future Italia.
Nel suo intervento di apertura, il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota ha richiamato il Parlamento e il Governo a un impegno concreto per una “svolta green che metta al centro il mondo del lavoro”. Il leader della federazione agroalimentare e ambientale si è soffermato in particolare sul bisogno di realizzare la legge “salva mare”, per favorire l’immissione nell’economia circolare della plastica raccolta dai pescatori. Un’attenzione particolare è stata dedicata da Rota anche alla legge sul consumo di suolo: “Il settore primario – ha detto – è il più colpito dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, nonché dalle sbagliate politiche che hanno portato a far sparire 50 Km quadrati di suolo agricolo all’anno, per questo vogliamo ribadire che ‘senza terra non c’è cibo’. Con questo motto chiediamo al premier Conte e al Ministro Costa di portare a conclusione l’iter parlamentare per una legge equilibrata, chiara, condivisa da tutte le parti sociali e da tutti i partiti, non è possibile che ancora non si trovi una sintesi”.
L’incontro, coordinato dal caporedattore centrale del TG1 Piero Damosso, ha visto la partecipazione di Don Luigi Ciotti, che ha sottolineato l’importanza di “liberare il concetto di bellezza da un’interpretazione esclusivamente estetica”: “La bellezza – ha detto – è la saldatura tra il bello e il giusto, e la prima forma di bellezza sta nelle relazioni armoniose con gli altri e con la terra che ci ospita. La relazione è l’essenza della vita, e a sua volta l’accoglienza è la vita che accoglie la vita, per questo è così importante”. Il fondatore di Libera ha anche richiamato l’attenzione su tre grandi povertà: “Quella che colpisce i poveri in generale, i migranti, e i giovani, con 2 milioni e 300 mila giovani che hanno studiato e non trovano lavoro. Una società che non si cura dei giovani non si cura del proprio avvenire. L’obiettivo non deve essere il reddito di dignità, ma il lavoro dignitoso per tutti”. Don Ciotti si è soffermato a lungo su quella che ha definito la “catastrofe ecologica”: “Lo sviluppo è tale solo se ancorato ai diritti, al progresso sociale; l’economia cresce solo se crescono la cultura e l’umanità. La persona è sempre un fine, non un mezzo”. “L’Enciclica di Papa Francesco – ha ammonito Don Ciotti – ci dice che lo sfruttamento della terra e la povertà sono un’unica crisi socio ambientale. Questo è il grande messaggio: tutto è connesso, tutti siamo coinvolti per fermare la prima estinzione di massa causata dall’uomo stesso. Davanti agli illeciti ambientali, che sono aumentati nel 2018, e davanti alle speculazioni delle mafie sulle filiere agroalimentari, è fondamentale mai scoraggiarsi. La politica riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone”.
Ha concluso l’evento il Segretario confederale della Cisl Angelo Colombini: “Purtroppo – ha detto il sindacalista – dopo la seconda guerra mondiale l’urgenza nel nostro Paese e in tutto l’occidente era necessariamente quella di ricostruire e creare posti di lavoro, e le prospettive di sviluppo prive di sostenibilità hanno condotto alle conseguenze che oggi ben conosciamo. Oggi quella della sostenibilità è la vera sfida. Il primo ad alzare la voce su questi temi è stato nel 2015 Papa Francesco, che ha posto la questione ambientale come problema anzitutto educativo. Occorre oggi un nuovo umanesimo. Gli obiettivi dell’Onu – ha concluso Colombini – ci ricordano il bisogno di una transizione dal carbone alle energie rinnovabili: al sindacato il compito di porre la centralità della persona e accompagnare i lavoratori in questo passaggio epocale”.