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Percezione della criminalità: gli umbri si sentono sicuri Mediacom043 ha analizzato i dati Istat dal 2007 al 2017. Oggi l'Umbria è la sesta regione più sicura per i suoi cittadini

di Alessandro Pignatelli
09/10/2019
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Qual è la percezione della criminalità in Italia? Mediacom043 ha elaborato i dati Istat, confrontandoli con quelli degli anni precedenti, creando dunque il Rapporto 2007 – 2017 su questo fenomeno e su come viene sentito in Umbria e in tutte le altre regioni del nostro Paese.

Partiamo proprio dall’Umbria dove, tutto sommato, non c’è allarme. I cittadini, ora, percepiscono la loro regione come la sesta più sicura in Italia. Dopo i picchi del 2013 e del 2014, quelli che avevano portato la regione ad andare ben sopra la media nazionale a anche sopra a quella del Centro, nel 2017 gli umbri si sentono al sicuro. E complessivamente, del resto, pure i reati commessi sono inferiori alla media nazionale. È dunque l’8,4% degli umbri a percepire la presenza della criminalità contro il 12,3% nazionale e il 13,1% del Centro. Dieci anni fa, nel 2007, l’Umbria era invece la settima regione italiana per percezione della criminalità nella zona in cui vivono. All’epoca, avevamo un 16% nazionale, un 17,1% del Centro e un 14,2 dell’Umbria. Le regioni con il più elevato livello di percezione erano Campania (31,1%), Lazio (22,8%), Piemonte (19,8%). In fondo alla classifica Trentino Alto Adige (Provincia di Bolzano 4,3%, di Trento 5,4%) e Abruzzo (6,1%).

Dal 2008 al 2011 si era già assistito a un fenomeno di ritorno alla normalità in Umbria, con percentuale dunque in discesa. Nel 2011 l’Umbria era regione da Oscar, ossia quella dove meno si sentiva la presenza di delinquenza e criminalità (percentuale del 4,6%). In Italia, all’epoca, siamo al 14,2%, nel Centro al 15,8%. Nel 2012 risale l’Umbria (9,6%), nel 2012 e nel 2013 si mantiene all’8,8%.

La grande paura è tra il 2012 e il 2014. Addirittura, nel 2013, l’Umbria è percepita come la più insicura d’Italia dai suoi cittadini. Nel 2013 siamo al 26%, resta ancora molto alto nel 2014 (20,2%). Nel 2013, l’Umbria supera pure la Campania, che si ferma al 23,7%. La media nazionale è del 14,8%, del Centro del 15,2%. Nel 2014, si passa dall’ultimo al decimo posto, ma l’Umbria resta comunque superiore alla media nazionale (17,6%) e a quella del Centro (19,6%).

Passano gli anni e il triennio 2014-2017 scaccia la grande paura. L’Italia è in generale molto più sicura nel 2017, nella percezione dei cittadini, e l’Umbria ottiene un ottimo sesto posto. Il vero anno di svolta è il 2015, quando il dato cala dal 20,2% al 17,4%, tornando sotto la media nazionale (19%) e sotto quella del Centro Italia (19,6%). Nel 2016, l’Umbria cala di altri 2 punti e mezzo rispetto al 2015 (14,9%), ma anche la nazione migliora parecchio (scende al 14,5%). Poi abbiamo il crollo, fino all’8,4% di percezione, che surclassa la media nazionale (12,3%) e quella del Centro (13,1%).

Il direttore di Mediacom043, Giuseppe Castellini, analizza così i dati: “La percezione della presenza di criminalità nella zona in cui si vive è determinata da vari fattori: la sensazione di presenza delle forze dell’ordine, la capacità comunicativa dei vertici istituzionali, il quadro fornito dai media, la tipologia di reati. Possono alterare in modo sostanziale la situazione reale. È noto che, da non pochi anni, è il calo il numero dei reati complessivi denunciati in Italia e in Umbria, ma nello stesso tempo si è registrato un aumento dei cosiddetti ‘reati a impatto sociale’, ovvero furti in abitazione e borseggi. Sono meno gravi di altri, come gli omicidi e la rapina a mano armata, ma creano apprensione maggiore a livello sociale”.

Ecco, però, che l’Umbria “ha avuto maggiore presenza delle forze dell’ordine sul campo, maggiore comunicativa dei loro vertici (fino ad apparire, agli occhi dei cittadini, come un fronte compatto per la sicurezza), maggiore attenzione nel contrasti anche ai reati ad alto impatto sociale, una più alta sensibilità istituzionale nel fare della sicurezza una priorità. Così si è ribaltato il grande allarme del biennio 2013-2014”.

Aggiunge Castellini: “Si aggiunga pure un’informazione più consapevole da parte dei media, derivata anche dalla maggiore capacità di interlocuzione con essi da parte dei vertici delle forze
dell’ordine e delle Istituzioni in materia di sicurezza. Più trasparenza, più informazione generano un clima in cui i problemi vengono trattati per quelli che sono, senza sottovalutazioni ma anche senza allarmismi a ogni stormir di fronda. Un clima trasparente e intelligente molto più proficuo, anche nei confronti della percezione dei cittadini sul tema sicurezza, di proclami continui, sbattimenti di petto, grida manzoniane. In fondo in Umbria, per far migliorare la percezione dei cittadini sul fronte sicurezza, è bastato l’arrivo di personale più qualificato delle forze dell’ordine, una maggiore trasparenza e capacità comunicativa delle Istituzioni e un miglioramento della qualità dell’informazione su questi punti. Oltre ovviamente alla sostanza concreta, ossia una più incisiva azione di contrasto senza la quale gli elementi precedenti sono vani. Non ci voleva molto, l’Umbria non era – e non è mai stata – tra le peggiori d’Italia in tema di sicurezza. Ma fino a qualche anno fa sembrava impossibile che il verso cambiasse nella percezione. Invece è avvenuto, ora manteniamolo in questa direzione”.

Tags: CDELOCALCriminalitàMediacom043Umbria
Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli

Giornalista professionista e scrittore, amante della carta stampata come del mondo digitale. Ho lavorato per agenzie stampa e siti internet, imparando nel mio percorso professionale a essere tempestivo, preciso, ma anche ad approfondire con vere e proprie inchieste. Con i new media e i social, ho inserito nel mio curriculum anche concetti come SEO, keyword, motori di ricerca, posizionamento.

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