Nel susseguirsi di analisi che si sovrappongono anche in questo periodo c’è un elemento estremamente significativo e al tempo stesso drammatico, che rischia di non essere colto: l’aumento esplosivo della povertà in Umbria. Ne parla l’Ires Cgil Umbria.
“Ci riferiamo a un dato, tra l’altro presente nell’ultimo rapporto Aur sulle “Povertà in Umbria 2019”, che descrive la forte crescita della quota di famiglie in povertà relativa in Umbria, arrivata nel 2018 al 14,3% del totale (mentre il dato nazionale è dell’11,8%)”.
E ancora: “Dal 2010 al 2018 la nostra regione è passata dal 5° al 13° posto nella classifica delle regioni meno povere. Inoltre, nel 2017 (ultimo dato ufficiale disponibile) l’incidenza di individui poveri ha superato il 17% del totale della popolazione umbra pari a 150mila umbri in condizioni di povertà. E in questa prima parte del 2019 la situazione complessiva della nostra regione tende ulteriormente ad incrudirsi: basta pensare al Pil inchiodato allo 0% dopo aver perso circa il 15% dal 2008, alla disoccupazione che torna ad aumentare e ai consumi in calo”.
“Il dato drammatico che abbiamo di fronte è che la povertà nella nostra regione in 5 anni è raddoppiata. Per la prima volta l’Umbria ha dati peggiori della media nazionale anche sul versante della coesione sociale”.
Infine: “Quel valore che storicamente caratterizzava la nostra regione, come una realtà dove le differenze e le diseguaglianze (il cosiddetto “indice di Gini”) erano inferiori alla media nazionale, è stato definitivamente spazzato via dalla grave “crisi strutturale” che attanaglia l’Umbria dal 2008. La nostra regione sta cioè perdendo i suoi connotati migliori. Servono come il pane nuove politiche economiche incentrate sugli investimenti pubblici e privati che ridiano diritti e dignità al mondo del lavoro”.