Laura Boatti nell’azienda di famiglia si occupa della comunicazione e del marketing, ma il leitmotiv della sua vita è sicuramente anche un altro: il tango.
«Mi piace pensare a questa danza come a una sorta di predeterminazione del destino, un fil rouge che mi ha accompagnata dai primi anni di vita. Mio padre amava il tango e possedeva una Lambretta con questo nome. Come spesso capita nelle realtà rurali, Tango è diventato il suo soprannome. Quindi, oltre all’amore per il vino, papà Carlo mi ha trasmesso un’altra passione, quella per il tango, una danza così vera, intensa, intima. Queste sono tutte caratteristiche che ritrovo anche nel vino che produco».
Da queste due passioni è nato un progetto forse insolito, ma importante e sicuramente unico: Tango Wine, dove danza e vino si intersecano in maniera omogenea in un percorso sensoriale fatto di sapori, musica e ricerca interiore. Per vivere questo duplice aspetto della sua vita, Laura Boatti ha aperto la scuola di Tango Lo Stanzone Tango Wine di Voghera che segue personalmente e che quest’anno festeggia il quarto anniversario.
«Da anni mi piace divulgare le due filosofie del Tango e del Vino: il progetto Tango Wine è nato proprio per portare la cultura, la tradizione del vino nel mondo artistico del tango e, viceversa, divulgare l’anima, l’intimo significato del ballo argentino presso l’ambito enogastronomico in una sorta di ponte a doppio senso che scambia conoscenze ed esperienze. In questo modo intendo diffondere i miei due mondi: la cultura a cui appartengo e la passione che sento innata in me».
Due mondi apparentemente divergenti, ma che si intersecano alla perfezione.
«Il Tango e il Vino, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, hanno molti aspetti in comune: sia il Vino sia il Tango seducono e comunicano; entrambi hanno una specifica fluidità e godono di internazionalità. Mi piacerebbe liberare il Tango e il Vino da tanti stereotipi divulgando il concetto che entrambi sono adatti a tutti. Chiunque può approcciarsi a questi due universi».
Normalmente si crede che il tango e il buon vino siano riservati a un ristretto pubblico di appassionati. «Niente di più falso – conclude Laura Boatti – il tango argentino è un ballo popolare, nato per le strade di Buenos Aires: è semplice, istintivo, sensuale, introspettivo, è improvvisazione e se si pensa troppo lo si rovina. Anche il vino va gustato, sentito, goduto: ognuno deve trovarci qualcosa di sé, magari un’intuizione creativa o meditativa, un’evocazione personale o un percorso intimo. Entrambi arrivano al cuore e per questo sono adatti a tutti coloro che vogliono scoprire la propria intima essenza».
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