Tornano purtroppo a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche. Lo dicono i dati Inail, elaborati dalla Cgil Marche. Nel primo trimestre del 2019, infatti, ci sono state 4.581 denunce, 215 in più dello stesso periodo dell’anno scorso (+4,9%). A livello nazionale l’incremento è stato ‘solo’ dell’1,9%. Nelle Marche crescono soprattutto gli infortuni durante il lavoro (+5,8%), restano sostanzialmente stabili, in lieve ribasso, quelli in itinere (-0,9%).
Ad Ancona spetta la palma di provincia con maggiore crescita degli infortuni sul lavoro (+9%), poi Macerata (+4,6%), Pesaro Urbino (+2,6%), Fermo (+1,6%) e Ascoli Piceno (+0,9%).
Dice Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche: “Dietro ai numeri, ci sono lavoratori e lavoratrici in carne e ossa. Prima di piangere un altro morto sul lavoro, è necessario intervenire a ogni livello con un’azione forte da parte di tutti, dalle imprese alle istituzioni, investendo in prevenzione, sicurezza, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose”.
Per quanto riguarda gli infortuni in occasione di lavoro, i più colpiti sono coloro che sono impiegati nell’industria manifatturiera (+3% è l’incremento). Ma la crescita maggiore si registra nel settore chimica, gomma e plastica (+27,8%), mobile (+18,1%), calzature e abbigliamento (+12,2%). Diminuiscono invece nel settore della meccanica (-6,5%). Forte aumento nel campo delle costruzioni (+19,7%), nel commercio e riparazioni (+23,1%). Aumentano gli infortuni pure in sanità e assistenza sociale (+3,1%), diminuiscono in agricoltura (-10,9%) e trasporti (-6,5%).
Sono gli uomini quelli che si infortunano maggiormente, ma sono le donne che fanno registrare il maggior aumento di denunce (+8,3 contro +3,1%). La fascia dei giovani continua a essere quella più a rischio; chi ha meno di 19 anni, vede crescere gli infortuni sul lavoro del 23,8%. Coinvolti in largo numero pure i migranti extracomunitari (+10,5%), per gli italiani l’aumento è stato del 4,4%. In calo gli infortuni sul lavoro per chi proviene da altri Paesi Ue.
Passiamo ai decessi. Sono sette i morti sul lavoro dall’inizio del 2019, mentre a livello nazionale gli infortuni mortali sono stati 212. Due le donne e cinque gli uomini deceduti nelle Marche nel primo trimestre. La Cgil fa notare come sia necessario “porre fine alla crescita del lavoro precario, frammentato e parziale, così come va evitato l’indebolimento della norma sugli appalti. I più colpiti dalla crescita del fenomeno infortunistico sono i giovani e i migranti, ovvero coloro che maggiormente vivono in condizioni di precarietà e instabilità sul lavoro o mancanza di formazione adeguata”.
Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche, precisa: “Le istituzioni, a cominciare da Governo e Regioni, devono svolgere pienamente le loro funzioni di prevenzione, controllo, repressione e anche contrasto del lavoro irregolare; organici e risorse destinate a questi compiti, nelle Marche, sono assolutamente inadeguate a fronteggiare questo enorme problema. È forse tempo che qualcuno se ne assuma la responsabilità”. Un ruolo importante deve essere dato alla contrattazione collettiva, che deve rimettere al centro le reali condizioni di lavoro.