La crisi colpisce le imprese delle Marche, senza fare distinzione di settore. Nel primo trimestre del 2019, infatti, sono 4.323 le aziende che hanno chiuso, contro 2.875 nuove aperture, il che porta un saldo negativo pari a 1.448 imprese e a -5 mila posti di lavoro. Tra gli artigiani, sono scomparse 1.394 aziende, le nuove sono state 850, con un calo di 544 e di 1.500 occupati. Complessivamente, siamo a 168.755 imprese, per la prima volta dopo alcuni anni sotto quota 170 mila.
Il segretario della Cna Marche, Otello Gregorini, commenta: “Negli ultimi 12 mesi il sistema produttivo marchigiano ha perso 1.812 attività, di cui 812 nel commercio, 518 in agricoltura, 456 nel manifatturiero, 307 nell’edilizia. Risultati preoccupanti anche se queste cifre riguardano il primo trimestre del 2019 e ci atteniamo numeri più favorevoli nei trimestri successivi perché, per le statistiche, in questo periodo si concentra il maggior numero di cessazioni di imprese. Per le Marche, comunque, i numeri sono più negativi che nella media nazionale. Nella nostra regione il calo del numero di imprese è stato dello 0,83 per cento contro lo 0,36 per cento in Italia. Tra le regioni, ha fatto peggio solo il Molise, un con un calo dello 0,86 per cento”.
Il maggior saldo negativo c’è stato nella provincia di Ancona (-402), poi a Pesaro e Urbino (-393), Macerata (-348), Ascoli Piceno (-183) e Fermo (-122). Le attività manifatturieri sono quelle che hanno pagato il più alto prezzo, con le calzaturiere (-176 aziende) che precedono le imprese del mobile (-114) e dell’abbigliamento (-72). Crescono i servizi in genere e, in particolare, quelli a supporto delle imprese (+118) e le attività immobiliari (+105).
Chiosa Gregorini: “Speriamo che il decreto Crescita e lo Sblocca Italia sui lavori pubblici rilancino l’economia e il sistema produttivo, ma quello che serve davvero è una politica mirata alle piccole e medie imprese e che rilanci i consumi interni, altrimenti non si esce dalla recessione neanche quest’anno. Abbattimento del cuneo fiscale e politiche creditizie con il ripristino dell’esclusiva ai Confidi per la garanzia del credito alle imprese sotto i 150 mila euro. Inoltre, politiche del lavoro e investimenti sulle piccole e grandi opere pubbliche sono le riforme giuste per far ripartire il nostro sistema produttivo”.