Il mondo del lavoro presenta, anche in Umbria, differenze sostanziali di genere. Con l’avvicinarsi dell’Otto Marzo, l’Ires Cgil Umbria ha elaborato i dati Istat, riferiti al 2017, che evidenziano come tra uomini e donne, nel mondo dell’occupazione, ci siano differenze in diversi ambiti.
Mario Bravi, presidente Ires Umbria, sintetizza: “Il tasso di disoccupazione femminile è più alto di quello maschile. Pur avendo la nostra regione un tasso di femminilizzazione del lavoro superiore alla media nazionale, ci sono disparità molto evidenti, per esempio sui rapporti di lavoro part time”.
Il 34,6% delle lavoratrici ha effettivamente un rapporto di lavoro basato sul part time contro il 9,1% dei colleghi maschi. In termini numerici, in Umbria, sono 19 mila i lavoratori maschi part time contro 56 mila femmine. “E spesso questo tipo di rapporto lavorativo è indotto e non scelto e si accompagna a sempre a bassi salari”. Anche tra i neet, ossia coloro che né studiano né cercano lavoro, la percentuale di donne – fatta eccezione tra le più giovani – è decisamente superiore a quella maschile (nella fascia d’età 21-29 anni, siamo al 21% contro il 18,1%; dai 15 ai 34, al 24% contro il 17%). Solo tra i 15 e i 24, lo scarto è più ridotto (16% maschi, 14,7% femmine).
Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil umbra, rileva: “Anche da questi dati emerge la necessità di un piano straordinario per l’occupazione femminile e giovanile che la Cgil da tempo propone. Siamo convinti che l’emancipazione femminile, il contrasto alla violenza di genere, il superamento di una cultura maschilista e patriarcale, purtroppo ancora molto diffusa in Umbria, passino in particolare dalla garanzia del diritto al lavoro per le donne, con l’attuazione quindi dell’articolo 37 della Costituzione: la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”.
Nel 217, in Umbria, c’erano più donne che uomini (459 mila contro 424 mila). La percentuale di occupati, però, sia a Terni sia a Perugia, è favorevole ai maschi (56,1 contro 43,9 nella città dell’acciaio; 55,8 contro 44,2 nel capoluogo di regione). Il tasso di occupazione a Perugia è del 63,8%, a Terni del 59,7%. Quello di disoccupazione è quasi uguale (9,5% a Terni, 9,7% a Perugia). Anche in questo caso, però, differiscono le situazioni dai maschi alle femmine. Gli occupati maschi nel Perugino sono il 71,2%, a Terni il 68,5%; i disoccupati rispettivamente 8,9 e 8,5%. Tra le femmine, scendiamo al 56,6% di occupazione a Perugia e al 51,2% a Terni. Anche i tassi di disoccupazione sono più alti: 10,3% a Perugia, 11,3% a Terni. La femminilizzazione del lavoro in Umbria è pari al 36,2% contro il 34,6% della media nazionale italiana.
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro, quelli a tempo indeterminato riguardano in Umbria 118 mila maschi a 106 mila femmine; quelli a tempo determinato 24 mila maschi e 21 mila femmine.