Come ogni tappa del workshop “Management e imprese alla sfida dell’economia circolare”, anche quella di Parma è stata l’occasione per conoscere delle case history di livello in termini di applicazione dei principi di sostenibilità.
Giovanni MINARDI – Responsabile Ambiente e Qualità, Rodolfi Mansueto SpA
“All’interno della Rodolfi Mansueto l’economia circolare si applica su più modelli. Siamo un’azienda agroalimentare e ci occupiamo di conserve vegetali a base di pomodoro. La nostra filiera parte quindi sin dalla produzione del pomodoro in pieno campo, con attori protagonisti anche gli agricoltori. Il risparmio dell’acqua nei campi di irrigazione, il risparmio dell’acqua all’interno della nostra azienda, il recupero di acqua tra quelle munte dal nostro campo pozzi. In più effettuiamo anche il recupero dei fanghi di depurazione nei campi dei nostri agricoltori che ci consegnano poi il pomodoro. Il fango di depurazione perché lo recuperiamo? Perché è ricco di sostanza azotata quindi alla fine riusciamo a recuperare questo fango e a diminuire quelli che sono i concimi chimici utilizzati in agricoltura. Tutto questo per garantire prodotti sempre più genuini ai nostri consumatori finali. Oltre al recupero delle acque, per noi fonte di energia importantissima, abbiamo installato un impianto fotovoltaico con la potenzialità di un mega watt; produciamo circa 800mila kilo watt ore all’anno di energia, quasi la totalità è auto consumata e va a coprire il 13% del nostro fabbisogno. Riusciamo a risparmiare quella che è l’emissione di anidride carbonica in atmosfera. Abbiamo grossi progetti per il futuro che sono quelli di mantenere e sviluppare sempre di più la strada intrapresa con i nostri agricoltori, con quello che facciamo in azienda quindi la riduzione di emissione di anidride carbonica come risparmio dell’acqua. Abbiamo due progetti: uno con la Facoltà di Scienze Ambientali di Parma per andare a riciclare quelli che sono i sacchi asettici che si utilizzano per il riempimento dei nostri prodotti finiti, quindi concentrati, passate e polpe. Oggi sono sacchi che vanno direttamente allo smaltimento. L’altro è il progetto Biocopac che ci consente di recuperare dalle buccette del pomodoro una sostanza chiamata cutina, la quale ci consente di produrre delle resine che potrebbero sostituire le vernici chimiche usate per la litografia di scatole e tubetti. Coinvolta quindi tutta la filiera: da noi che produciamo il pomodoro ai trasformatori di vernici chimiche, ai produttori di imballi finali, fino al consumatore finale perché avrebbe una confezione totalmente riciclabile”.
Claudio TEDESCHI – Presidente e Amministratore Delegato, Dismeco Srl
“La nostra è stata la prima azienda italiana coinvolta nel trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, abbiamo da sempre pensato e cercato di rendere operativo un sistema che fosse volto al riutilizzo e al recupero di tutti i materiali che compongono questa tipologia di rifiuti, una tipologia molto complessa, molto articolata. Per far questo abbiamo improntato fattivamente all’interno di un’area dismessa industriale ma che abbiamo integralmente recuperato, perché credo fortemente al ruolo sociale dell’imprenditore sul territorio, un sistema industriale che ci consente di essere primi in Europa per quanto riguarda il riciclo, il recupero e la valorizzazione dei materiali provenienti dalle ‘lavatrici’. Raggiungiamo il 98% di recupero dei materiali che li compongono. Abbiamo cercato, essendo una sfida molto importante, di ingegnerizzare e implementare un sistema industriale che ci consentisse di essere competitivi sul territorio e di ottemperare a quello che l’ambiente ci chiede”.
Andrea VOLPATO – Corporate Health Safety & Environment Manager, Chiesi Farmaceutici SpA
“Chiesi, dal 2017, ha deciso di implementare i Sustainable Development Goals, di adottarli all’interno del proprio piano strategico. Abbiamo una serie di attività che riguardano l’economia circolare, una di queste riguarda il recupero virtuoso di un imballaggio in plastica. Ma Chiesi, che è leader italiana per la ricerca, ritiene che sia lì che dobbiamo puntare per avere la migliore progettazione dei nostri prodotti al fine che il ciclo di vita sia valutato già dalle fasi iniziali e che l’impatto del prodotto sia il minore possibile”.