Grandi opportunità per la bioraffineria ternana della Novamont

Le opportunità sono molte, tutte quelle che si rivolgono alle industrie che vogliono eliminare la plastica dal ciclo produttivo, per abbassare l’inquinamento marino e terrestre. La Novamont, società guidata da Catia Bastioli, sta rafforzando la propria immagine di leader nel settore, dal quale è emersa per la produzione di mater-bi, la “plastica” derivata dagli amidi vegetali e che è ormai di uso comune in tutto il mondo. Le opportunità allora di nuove produzioni
L’innovazione la fa da padrona in casa Novamont che da poco ha lanciato per la cosmetica senza risciacquo la linea Celus-Bi ottenuta da materie prime rinnovabili in grado di biodegradare nel giro di pochi giorni nel depuratore garantendo che nessun residuo finisca nei fiumi e nei mari.

“Credo che la bioeconomia, giocata in logica circolare e locale, con le radici nel territorio e la testa nel mondo, sia veramente un’opportunità da cogliere”. Lo ha affermato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, a margine del convegno “The future is now”, side event che inaugura l’appuntamento internazionale del cinquantennale del Club di Roma, che si è tenuto il 17 e 18 ottobre.
La sfida, secondo Catia Bastioli, non è tecnologica ma di mentalità: “Occorre riportare i progetti di innovazione, di economia circolare sui territori, moltiplicare i casi studio, le filiere integrate e moltiplicare le connessioni, coinvolgendo le comunità in modo inclusivo per accelerare il cambiamento”.
In Novamont, spiega Bastioli, “cerchiamo di capire quali sono i problemi ambientali e proponiamo soluzioni” arrivando anche ad anticipare la normativa. Per la cosmetica da risciacquo, infatti, la normativa a partire dal 2020 introduce il divieto di utilizzo di microsfere di plastica.
La società si basa su due poli produttivi, uno a Novara e l’altro a Terni a cui si è aggiunto da qualche tempo anche quello frusinate di Patrica, rilevato dal gruppo Mossi & Ghisolfi nel 2011

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