Umbria fanalino di coda dell’Europa. In poco tempo, la regione centrale italiana è dunque passata dall’essere una delle più ricche a una delle regioni “in transizione”. Le fanno compagnia le Marche e l’Abruzzo. Come se fossimo retrocessi, insomma: a certificarlo è il bilancio dell’Unione europea. Una mazzata, forse neanche tanto inattesa, che ha un solo risvolto positivo: ci saranno infatti più fondi europei a favore, in modo da rimettere l’Umbria in carreggiata, ovvero in media europea.
Da notare il calo subito pure da Sardegna e Molise, passate addirittura da ‘regioni in transizione’ a ‘meno sviluppate. Qui trovano Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia. La Basilicata, che nei sette anni dal 2014 al 2020 era appunto tra le zone in transizione, ha ricevuto in quel periodo 1,8 miliardi di euro.
La mappa delle regioni europee è stata pubblicata dall’Eurostat regional yearbook 2018. Crisi come quella umbra pure in Francia. La Spagna peggiora, così come Grecia e Finlandia. Tornando all’Umbria, facendo la media europea pari a 100 del Pil pro capite, l’Umbria si ferma a 83,78, ben 16 punti dunque sotto il Vecchio Continente. Fa meglio pure l’Abruzzo, che totalizza 84,34. Le Marche sono molto più avanti, a 92,93. Lazio, Emilia Romagna e Toscana sono tutte sopra alla media europea. Come dire che davvero, al Centro, siamo messi malissimo. Fanno peggio solo le regioni del Mezzogiorno, e neanche tutte come abbiamo visto. Per la cronaca, la regione migliore del nostro Paese è la Lombardia, che è addirittura a 127,88.