La tratta nel sistema di protezione internazionale quale argomento del corso che ha preso via alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica a Villa Umbra (Perugia). Il corso, costituito da cinque lezioni, fa parte del progetto ‘Puzzle’ – interventi per il potenziamento dell’Accoglienza in Umbria, volto a potenziare e ottimizzare il sistema regionale umbro di prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e a promuovere processi di integrazione dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale.
Il progetto, finanziato con le risorse del Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione (FAMI 2014-2020), è stato promosso dalla Prefettura di Perugia insieme alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Anci Umbria, Usl Umbria 2, Cidis Onlus, Borgorete e ha visto l’adesione anche di Regione Umbria, Prefettura di Terni e Usl Umbria 1.
Il corso sulla tratta nel sistema di protezione internazionale è rivolto al personale del network pubblico, forze dell’ordine e privato sociale impegnato nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e ha lo scopo di rafforzare le loro competenze in materia di tratta degli esseri umani. Organizzato in cinque giornate formative sino a novembre, è tenuto da esperti del settore provenienti dall’Associazione on the road. Dopo la prima giornata curata dal presidente dell’associazione Vincenzo Castelli (esperto della tematica a livello nazionale e internazionale, supervisore di interventi sulla devianza urbana in Europa e in America latina), vi sarà l’apporto di Guido Talarico e di Stefania Massucci e il contributo dei professionisti della rete umbra contro la tratta di esseri umani (Borgorete, Arci solidarietà Ora D’Aria, Associazione San Martino, Istituto Crispolti).
“Le attività del percorso ‘Puzzle’ proposto dalla Prefettura di Perugia e realizzate a Villa Umbra – ha sottolineato Castelli – pongono attenzione su una tematica di estrema attualità nell’ambito delle riflessioni sul sistema di accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo, molti dei quali provenienti dall’Africa e in parte dall’Asia, insediati nel territorio nazionale attraverso due sistemi strutturali: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), costituito dalla rete degli Enti locali, e i centri di assistenza straordinaria, promossi dalle Prefetture. Negli ultimi dieci anni, molte persone richiedenti asilo sono risultate, di fatto, vittime di tratta. Il caso dei richiedenti asilo risulta sempre più connesso con il caso della tratta degli esseri umani per lo sfruttamento professionale, sessuale, l’accattonaggio, i matrimoni forzati e combinati, l’economia illegale. Diventa centrale, dunque, identificare le vittime della tratta all’interno del sistema asilo, cogliere le differenze e le correlazioni tra il fenomeno tratta e il fenomeno asilo sia dal punto di vista normativo, giuridico-legale, che dal punto di vista operativo”.