Classifica Censis Atenei italiani: Perugia prima

La tradizionale classifica annuale Censis degli Atenei italiani, pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica.it, conferma il successo delle politiche di governo dell’Ateneo umbro: l’Università degli Studi di Perugia, infatti, guidata dal Rettore Franco Moriconi, continua a occupare la prima posizione tra i “Grandi Atenei” statali, ovvero quelli che contano fra i 20.000 e i 40.000 iscritti, con un punteggio complessivo di 93,8, davanti all’Università di Calabria con 92 e a quella di Parma con 90,6 punti.

“Questo risultato, per noi di grandissima soddisfazione, è doppiamente importante – dichiara il Rettore Moriconi – perché se è già molto difficile raggiungere il primo posto è notevolmente più arduo mantenerlo, e addirittura per cinque anni di fila. Il mio ringraziamento va naturalmente ai delegati e ai componenti degli organi di Ateneo, il cui spirito di sacrificio e di servizio si unisce alla dedizione dell’intero corpo docente e del personale tecnico-amministrativo e bibliotecario. Un risultato di questa importanza, per di più conseguito per tanti anni di seguito, è evidentemente un risultato di tutti. Senza il contributo di chi si è impegnato per la crescita e l’innovazione del nostro Ateneo non avremmo potuto sperare di fare così tanto e in così poco tempo, sempre a vantaggio, tengo a sottolinearlo, della collettività e del territorio. Abbiamo cercato di aprire una nuova era di condivisione e trasparenza, che vede l’Ateneo protagonista dei cambiamenti in atto, nonché motore della ricerca e dell’innovazione. I risultati ci hanno ancora una volta premiati e ci incoraggiano a migliorare ulteriormente”

La classifica, elaborata dall’Istituto di Ricerca per La Repubblica, suddivide gli Atenei italiani per categorie dimensionali omogenee e li valuta sulla base di 5 parametri: servizi, strutture, borse di studio per gli studenti, comunicazione digitale e azioni di internazionalizzazione. L’impegno per l’internazionalizzazione ha in particolar modo caratterizzato, negli ultimi anni, l’azione di governance dell’Ateneo Perugino, consentendogli di distinguersi sia per il progetto Erasmus che per bandi ad hoc finalizzati alla mobilità di studenti da e verso paesi Extra UE. Stessa attenzione è stata rivolta ai Docenti, con percorsi volti a favorire l’internazionalizzazione della didattica e della ricerca e favorendo lo scambio di visiting professor da numerosi paesi del mondo. In ultimo, ma non per importanza, il rilascio di numerosi doppi titoli di laurea con valore internazionale.

Progetti e percorsi di innovazione didattica hanno anche favorito la nascita di nuovi corsi di studi particolarmente attrattivi e innovativi, i quali spesso anticipano le nuove indicazioni ministeriali e che sono orientati alla valorizzazione, oltre che dell’internazionalizzazione, anche dell’interdisciplinarietà e della definizione di orientamenti altamente professionalizzanti. Da segnalare anche i fondamentali apporti di Adisu e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che rispettivamente, attraverso l’erogazione di borse di studio e mediante il supporto al programma di internazionalizzazione dell’Ateneo, hanno senz’altro fornito un notevole contributo al raggiungimento dell’importante risultato. Una conferma, se ce ne fosse stato bisogno, della capacità dell’Ateneo di Perugia di fare squadra e di rendersi protagonista, a livello locale e nazionale.

Articoli correlati

Bisognerà attendere almeno un anno per vedere i fondi del Recovery Plan: ne sono convinte...

Matteo Bartolini, CIa Umbria

Cia – Agricoltori italiani dell’Umbria tira le somme del 2020, con le aziende agricole associate...

In Umbria ci sono più di 173 mila over 70. L’Umbria è la terza regione...

Altre notizie

Altre notizie