L’uscita dal tunnel della crisi è ancora lontana.

Perde fatturato e consistenza: il settore dell’edilizia in Umbria è ancora sotto la cappa della crisi. E lo hanno certificato i Consigli Direttivi dell’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili dell’Umbria, di Perugia e di Terni: “Malgrado i tanti annunci di inversione di tendenza e di uscita dalla crisi, il settore delle costruzioni in Umbria continua a perdere fatturato e posti di lavoro. I dati sulla massa salari e sul numero di operai, forniti dalle Casse Edili di Perugia e di Terni, certificano come la crisi perdura e continua la tendenza alla diminuzione dei dati economici e sociali del settore”. Nell’arco di dieci anni nella Regione si è passati da quasi 25.000 operai iscritti a Terni e Perugia a circa 10.000. E la massa salari, in parallelo, è passata dai 220 milioni di euro del 2008 agli attuali circa 100 milioni. “L’edilizia in Umbria si è ridimensionata di più del 60%, hanno chiuso migliaia di imprese e si sono persi decine di migliaia di posti di lavoro. E tutto questo è avvenuto in un silenzio assordante e senza che ci sia mai stata, nell’opinione pubblica e tra i decisori politici, la piena consapevolezza della drammaticità della situazione di un settore che rappresenta una componente strategica per la ripresa economica, per il futuro del nostro territorio e delle nostre città, per la difesa e la valorizzazione dell’ambiente e del nostro patrimonio storico, artistico e architettonico, per migliorare la qualità della vita, la sicurezza, il benessere della nostra popolazione”.
I dirigenti dell’Associazione dei costruttori hanno lanciato un grido di allarme in Umbria su tre principali questioni: la ricostruzione a seguito del recente terremoto, il livello di investimenti pubblici e la situazione del mercato immobiliare. Al di là dei tanti annunci la situazione nei lavori pubblici, per gli investimenti in infrastrutture e manutenzione straordinaria è davvero drammatica e l’introduzione del nuovo Codice non ha fatto altro che rendere ancor più difficile la condizione del settore. Per quanto riguarda la ricostruzione, a seguito degli eventi sismici iniziati nell’agosto 2016, a quasi due anni dal primo sisma sono state prodotte 56 ordinanze commissariali e un numero altrettanto grande di ordinanze della Protezione Civile, ma a fronte di questo quadro normativo grande e complesso, che ha ingenerato incertezze e un allungamento dei tempi di istruttoria delle pratiche, la ricostruzione stenta a partire. ANCE Umbria, nei prossimi giorni, si farà promotrice di un incontro con le altre Organizzazioni Datoriali del mondo dell’Artigianato, della Piccola Impresa e della Cooperazione, nonché con la Rete delle Professioni Tecniche, al fine di valutare iniziative comuni.

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