Dal primo spazio di coworking propriamente inteso, nato a San Francisco nel 2005 ad opera di Brad Neuberg, ad oggi, in Italia di strada se n’è fatta. Basti considerare che nel nostro paese, a circa un decennio dallo sbarco del coworking, il numero di spazi, operatori, addetti e fruitori è cresciuto fino a superare quota 550 su tutto il territorio nazionale (fonte Italian Coworking Survey 2018). Il che significa uno spazio ogni circa 108 mila abitanti. Uno stile lavorativo che piace perché ha in sé molti vantaggi. “La nostra formula – aggiunge Cerini – prevede diverse modalità di adesione al progetto per gli agenti immobiliari, con costi modulabili in base ai servizi utilizzati e nessuna royalty o percentuali da stornare sugli affari conclusi. Dalla possibilità di una postazione “residente”, che abbiamo chiamato Citizen, con scrivania fissa accessoriata con uso h24 sette giorni su sette, uso della sala riunioni, receptionist per clienti, tutti servizi dei quali possono usufruire gli agenti nella sede di Roma nel quartiere Parioli, fino ad una postazione “Rambling”, uno spazio operativo virtuale con uso della sala riunioni, segreteria in remoto con reperibilità telefonica da e per i clienti, descrizione immobili pubblicizzati, coordinamento per visite immobili, report settimanale”.
I servizi in condivisione sono diversi e includono, a seconda della formula scelta: domiciliazione legale, battitura testi, inserimento e modifiche annunci pubblicitari, ricerche e accessi web eseguiti da personale di segreteria specializzato. Inoltre, assistenza contrattuale eseguita da legale in sede, consulenza tecnica urbanistica e catastale. Infine, attraverso l’app di iCommunity, la possibilità di interagire con la segreteria e di operare in sinergia con tutti i Coworker. “Tutto questo – conclude Cerini – con meno di 300 euro mensili”.
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