Il mercato del biologico e del vegano oramai ha conquistato le nostre case, da ciò che mangiamo fino a quello che utilizziamo per la cura del nostro corpo. Lo sanno bene alla fruttonero natural cosmetics, virtuoso marchio nato 4 anni fa a Senigallia (Ancona) dall’idea ambiziosa di un giovane gruppo di lavoro che, trovatosi in territorio africano, è venuto a conoscenza di alcuni estratti naturali, usati dalla popolazione locale come rimedi cosmetici, medicamentosi o come ingredienti alimentari. Oli estratti a mano sin dai tempi antichi, burri e unguenti dalle pregiate proprietà lenitive, idratanti, rigeneranti e cicatrizzanti, dotati delle più importanti certificazioni ICEA, vegan e bio, come racconta il Dott. Rossi, responsabile fruttonero di So.Ge.In. srl, proprietaria del marchio. “Il desiderio di realizzare una linea di cosmetici assolutamente sostenibile e naturale, ci ha portati alla realizzazione di prodotti di questa tipologia, garanzia per il consumatore finale”.
Quanto conta la trasparenza di fronte agli acquirenti alla ricerca di prodotti biologici o vegani? “È tutto. Ed è importante, al contempo, che gli stessi consumatori abbiano la possibilità di controllare le etichette, cosa non sempre semplice nella vasta proposta degli scaffali di erboristerie o supermercati”.
Leggere le etichette, dunque, prima di comprare, senza farsi conquistare solo da colori e grafiche accattivanti, ma prestando attenzione alle certificazioni di settore che “garantiscono ogni prodotto e azienda perché significa che il produttore è sottoposto a periodici controlli e verifiche”.
Va detto, però, che la legge indica come “organic” un prodotto che effettivamente è biologico solamente per il 20% del suo iter produttivo o dei suoi componenti. “Per questo è importante leggere bene gli ingredienti soprattutto dei formulati, per poter capire meglio la loro composizione, confrontando magari tra prodotti differenti per paragonare le percentuali di un particolare componente”.
Un mercato, quello della cosmesi, oggi più che mai ampio nella proposta: “Tra grande distribuzione, farmacie, erboristerie, profumerie ed e-commerce, il settore è molto vasto e va premiata la trasparenza più del marketing”.
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