“Video Killed the radio stars”, suonavano The Buggles, il gruppo inglese che negli anni ’80 rese famoso il passaggio epocale dalla radio al dominio assoluto della TV.
E, neanche a farlo apposta, lo fecero con un video, dove una bambina, che ascolta musica da una radio d’epoca, si ritrova improvvisamente davanti a sé immagini televisive che via via prendono il posto, non solo della radio, ma soprattutto della sua fantasia e immaginazione.
La musica, la filosofia e le produzioni artistiche come poesia e pittura, fino ad ogni creazione “visionaria” che il genere umano è in grado di realizzare e trasmettere agli altri, hanno sempre anticipato i tempi.
Talmente anticipati che, il più delle volte, hanno fallito nel loro intento intrinseco: quello cioè di fungere da monito per non commettere errori ed evitare le catastrofi previste.
Ma questo è un altro discorso: qui parliamo non di eventi catastrofici, ma di grandi opportunità di business per imprese e professionisti.
Perché i tempi, oggi, ci dicono che le immagini video hanno invaso la nostra vita, privata e lavorativa, sociale e politica, in un abbraccio totalizzante da cui è difficile sottrarsi per non restarne perennemente schiacciati o, se più ci piace, ammaliati.
Sono talmente totalizzanti che, nell’era di internet, hanno relegato in secondo piano il “contenitore”, il mezzo che li trasmette e le modalità di fruizione: non importa se siano in uno schermo TV o di un PC, di uno smartphone o di una vetrina di un negozio in 3D; se li vediamo distesi sul divano o passeggiando, in uno studio medico mentre attendiamo il nostro turno o al bar mentre facciamo colazione.
Sono comunque immagini video, che “raccontano” e “catturano” la nostra attenzione con il mix di contenuti testi, musica, immagini, parole e giochi grafici.
“Raccontare” e “catturare” contenuti di comunicazione e marketing di imprese e professionisti sono due processi che richiedono tecniche specifiche ed una nuova “arte”, che tenga conto soprattutto di ciò che si desidera trasmettere: il famoso “contenuto”.
“Content il the King”, la battuta di Bill Gates, ha trainato questa rivoluzione che ha visto nei video l’arma più efficace.
Per ogni professionista, piccolo imprenditore, personaggio pubblico e istituzione, oggi è fondamentale “raccontare” ciò che si è e si fa, e “catturare” l’attenzione dei propri pubblici di riferimento – clienti, fornitori, interlocutori politici e istituzionali, gruppi d’interesse, ecc. – attraverso la realizzazione di contenuti che generano reputazione e valore economico.
I video sono in grado di soddisfare appieno questa duplice esigenza di raccontare-catturare, agevolati anche dal trend positivo del loro utilizzo: oggi gli smartphone scaricano più video che testi scritti e foto, gli utenti li osservano più a lungo rispetto ad una foto, li fanno girare ai propri “amici” e contatti per poterne condividere e commentarne i contenuti.
Le tipologie di video possono raccontare e catturare in diversi modi anche in base alle esigenze di chi ha deciso di trasmetterli.
Vediamone una rapida rassegna.
Partiamo dallo “spot”, la cui anima non è mutata dal suo scopo originario, quello cioè di catturare l’attenzione del fruitore di immagini in pochissimi secondi.
La rivoluzione, in questo caso, s’è basata soprattutto sulla durata, che si è ulteriormente ristretta adeguandosi al linguaggio immediato dei social: Instagram e Facebook, soprattutto, prediligono messaggi brevi ma intensi, da “mangiare” con gli occhi e in pochi istanti, quindi veloci e univoci, senza lasciare spazio ad un’interlocuzione di tipo razionale, ma ad una fortemente “emotiva”.
Il video “spot” – da 8, 12 e non oltre il 20 secondi – è utile per generare una call to action di “approfondimento” verso un altro contenuto di tipo razionale, inserito in una landing page o nel proprio sito internet dove gli interessati possono leggere o visionare testi e immagini più articolati.
I video “emozionali”, invece, sono quelli utilizzati per “raccontare” una breve storia personale o aziendale, hanno una durata che va dai 100 ai 300 secondi e prevedono un mix di immagini e situazioni rappresentative del soggetto “protagonista” della storia, e soprattutto dei suoi punti di forza e qualità, comprese le battute della persona che deve necessariamente “metterci la faccia”.
Altre tipologie di video sono più funzionali nel raccontare un prodotto, un servizio, una novità e soprattutto i caratteri distintivi di un’azienda o di un professionista: raccontano, con tecniche giornalistiche da servizio TG, il “perché” di devono affrontare determinati problemi o acquistare determinati prodotti, e il “perché devi acquistarli” da me e non da altri.
La persona protagonista del video è “l’esperto”, il punto di riferimento per il settore di appartenenza, per il suo territorio dove opera, per il suo mercato: colui che, con parole e immagini significative dei processi e dei prodotti, racconta i due “perché”.
Il racconto di un prodotto e servizio, invece, può avvenire anche attraverso il video tutorial che, con l’aiuto di immagini e animazioni grafiche, semplifica i concetti attraverso movimenti semplici e spiegazioni altrettanto chiare: “quello che non puoi dirlo a parole prova con un disegno”, diremmo oggi, aggiungendo “meglio se animato con grafiche accattivanti e coinvolgenti”.
Infine, il docufilm: è un video che desidera essere una “testimonianza” di un evento, di una storia significativa, di un’idea che si è fatta realtà.
Qui contano le testimonianze di “terzi” che ci tutelano dal pericolo dell’autocelebrazione e che ci raccontano agli altri che seguono la storia, che parlano bene di noi, del nostro operato, dei nostri prodotti e servizi.
E’ un video destinato a “clienti” fidelizzati, che restano incollati anche 30 minuti davanti ad immagini che raccontano una storia di successo e che conoscono magari solo in superficie e nella quale desiderano “ri-conoscersi”.
Queste, dunque, le principali tipologie di video che viaggiano soprattutto in rete e dominano la nostra giornata, tra smartphone e TV, lottando per vincere la gara dell’attenzione di utenti sempre più “distratti” da un’offerta stratosferica di immagini on line.
Vincere questa sfida, quella dell’attenzione, oggi si può anche con un investimento più basso rispetto a quello necessario negli anni ’90, anche se la parola d’ordine è sempre la stessa: contenuti, contenuti e contenuti, per realizzare video, video e ancora video; per tutti e per ogni esigenza (Maurizio Lombardi).