Maggiore autonomia dal Governo centrale è quanto si appresta a richiedere la Regione Umbria. Un’autonomia non generalizzata ma limitata ad alcuni settori, nello specifico quelli in cui la Regione si distingue per la sua posizione di eccellenza. Uno degli ambiti in cui la Regione Umbria cerca una più ampia autonomia è quello della ‘grande bellezza’, come definito dell’assessorato alle Riforme, con il suo paesaggio, i beni culturali e tutta la filiera collegata (operatori economici del settore, istituzioni culturali e finanziarie).
“L’Umbria – sottolinea l’assessorato – potrebbe ottenere più autonomia, in modo da gestire in proprio la valorizzazione del patrimonio culturale, oggi affidato in coabitazione con lo Stato e le Soprintendenze. Più delicato il campo della tutela del patrimonio culturale, su cui, peraltro, la Regione potrebbe avanzare la richiesta di avere un ruolo pro-attivo sulla scelta e valutazione dell’operato delle soprintendenze. Più in generale la Regione potrebbe richiedere l’attribuzione anche in via di delega di tutta una serie di funzioni amministrative paesaggistico-ambientali, fermo restando il potere sostitutivo e di vigilanza dello Stato”. In questo modo, grazie a un’unità dell’azione amministrativa, vi sarebbe una razionalizzazione degli interventi di tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali regionali.
“Si richiedono, inoltre, l’acquisizione della titolarità o della gestione dei beni culturali statali presenti sul territorio regionale (musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche, complessi monumentali) – afferma l’assessorato – al fine di superare l’attuale gestione accentrata ritenuta non più compatibile con un efficiente assetto delle competenze e con una adeguata allocazione di risorse finanziarie che occorre fiscalizzare, ivi compreso il Fondo unico per lo spettacolo. Il medesimo risultato potrebbe essere rafforzato mediante il conseguimento dell’autonomia anche nel campo dell’urbanistica e dell’edilizia”.