Il risultato è così meno invasivo e più efficace. “Con tre minuti di congelamento, la parte trattata si riassorbe (o si scioglie) naturalmente. La legatura inoltre non dà problemi di emorragia, poiché funge da tappo” assicura Petracca “e consente una veloce ripresa delle funzionalità, anche in pazienti anziani, cardiopatici, diabetici, donne in gravidanza”. Il problema delle emorroidi coinvolge i due terzi della popolazione mondiale, anche se solo nel 50% dei casi richiede un trattamento mirato, come la crioterapia selettiva. “I farmaci – aggiunge Petracca – sono utili a contrastare l’emergenza, ovvero per dare sollievo immediato al paziente, quando le emorroidi fuoriescono dal canale anale. In questi casi occorre trattarle a casa con pomata e acqua calda. Ma i farmaci sono un palliativo, non risolvono in via definitiva il problema”. Così come incidono un’alimentazione ed uno stile di vita equilibrati, una dieta ricca di fibre e liquidi, evitando gli sforzi. “Quando si hanno i primi sintomi, in genere dopo i 40 anni, è sempre bene recarsi dal proctologo e individuare la strada migliore da percorrere. Con le emorroidi, come in tutte le malattie, prima si interviene e più risultati si ottengono”.
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