Più incidenti stradali, ma numero di morti dimezzato. I numeri dell’Umbria dicono questo, relativamente al 2016, e sono stati illustrati nella conferenza di fine anno dall’Aci di Perugia. A dire il vero, la stima preliminare sui primi sei mesi del 2017 non è così positiva, a livello nazionale: si parla infatti di un nuovo aumento dei decessi sulle strade.
Il bilancio della regione è stato stilato dal presidente dell’Aci Perugia, Ruggero Campi, e da Sabrina Angiona, di Istat Umbria. Hanno preso parte all’incontro pure rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, il presidente di Guida Aci Service Marcello Carattoli, l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Giuseppe Chianella (ha ricordato lavvio del tavolo regionale per la sicurezza stradale, che presto diverrà Consulta).
Analizziamo i dati nel dettaglio. Nel 2016, in Umbria, ci sono stati 2.382 incidenti stradali con 35 morti e 3.337 feriti. Nel 2015 gli incidenti erano stati 2.285 (+4,2% nel 2016), con 64 morti (-45,3%) e 3.318 feriti. Perugia guida la classifica dei decessi (28) contro i 7 registrati in provincia di Terni. A livello nazionale, l’Umbria è al quartultimo posto delle regioni con più incidenti. Guida la Lombardia (32.785), che precede il Lazio (19.939) e l’Emilia Romagna (17.406).
Guardando agli obiettivi europei nei decenni 2001-2010 e 2011-2020, con gli impegni dei Paesi membri di dimezzare i morti per incidenti stradali, in Umbria negli anni 2001-2010 c’è stata una riduzione del 32,5% (-42% la media nazionale); nel periodo 2011-2016, in Umbria l’indice di mortalità è passato da 2,7 a 1,5 deceduti ogni 100 incidenti. Relativamente ai numeri sugli utenti vulnerabili, sul sito dell’Istat leggiamo che negli ultimi sei anni, l’incidenza di pedoni morti è cresciuta di più in Umbria (dal 15,2 al 20%) rispetto all’Italia (dal 15,1% al 17,4%).
Passiamo ai dati sui costi sociali degli incidenti. Nel 2016, il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stato stimato in 17,4 miliardi di euro in Italia (286,8 euro pro capite) e in 219,7 milioni di euro in Umbria (246,8 euro pro capite).
Dove si verifica il maggior numero di incidenti? Nei centri abitati (1.589 con 14 morti). Fuori dall’abitato, sono le strade provinciali, regionali e statali le più pericolose (625 per 16 decessi). In provincia di Perugia, nel 2016, nell’abitato abbiamo avuto 1.112 incidenti per 13 morti, fuori 603 con 15 decessi. Nel Perugino, l’analisi per giorno della settimana evidenzia come sia il lunedì il giorno più funesto (277 incidenti, 16% del totale). Il sabato e il martedì (7, il 25%) sono i giorni in cui mupiono più persone sulla strada.
Gli orari più pericolosi: dalle 8, tra le 10 e le 13 e tra le 14 e le 17. Durante la notte, avviene l’11% dei decessi, concentrati nella fascia d’età che va dai 30 ai 54 anni. In Umbria, sempre lo scorso anno, 32 incidenti mortali si sono verificati per comportamenti scorretti alla guida, in particolare il 31,25% per eccesso di velocità, il 18,75% per guida distratta, il 18,75% pure per guida contromano.
Tornando alla provincia di Perugia, il 71% dei decessi (20) e il 69% dei feriti (1.640) riguarda il guidatore. I conducenti morti a seguito di incidente stradale sono 13 nell’età oltre i 65 anni, a seguire (10) la fascia d’età 30-54. Chiudiamo con l’indagine Aci-Censis 2012: il 13,8% degli automobilisti scegliere di bere anche se sa di dover guidare, il 10% degli incidenti si verifica proprio per colpa dell’alcol.
Dice Ruggero Campi: “Il fenomeno degli incidenti non è risolvibile, ma migliorabile. Rivedendo i propri comportamenti alla guida, accertandosi della sicurezza del proprio veicolo con controlli mirati, ma anche grazie alla sicurezza dell’ambiente in cui si si viaggia: segnaletica, infrastrutture. La guida deve essere un’attività esclusiva, ma è importante anche che lo stato delle strade non costituisca un rischio per la sicurezza di tutti”.