Bielle e Vercelli, export in crescita tra gennaio e settembre 2017

Nel corso del periodo gennaio-settembre 2017 il valore delle esportazioni biellesi ha superato la quota di 1.415 milioni di euro, registrando un incremento pari all’8,8% rispetto al corrispondente periodo del 2016, mentre quello delle esportazioni della provincia di Vercelli supera il valore di 1.613 milioni di euro, segnando un aumento pari all’8,9%.

I dati devono essere letti in un contesto generale che ha visto l’export crescere a tutti i livelli territoriali: nazionale (+7,3%), di ripartizione territoriale (Italia nord-occidentale media 8,0%) e, soprattutto, regionale, con il Piemonte che ha ottenuto un incremento dell’8,9%.

“Le nostre due province, in questi primi tre trimestri del 2017, hanno proseguito nella ripresa delle vendite sui mercati esteri, collocandosi al di sopra della media nazionale ed in linea con quella regionale. I comparti strategici delle due realtà registrano in generale trend positivi, confermando come l’export sia un fattore di traino per l’economia, non solo locale, in un periodo in cui la fiducia di consumatori e imprese non sembra favorire la ripresa dei consumi interni. Certamente il merito di questa crescita è da ascrivere alla maggior intraprendenza delle nostre imprese, ricordando come la Camera di Commercio è da sempre vicina, con una ampia offerta di servizi a chi si vuole approcciare sui mercati internazionali” dichiara Alessandro Ciccioni, Presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli.

Le attività manifatturiere, che segnano nel complesso un aumento dell’8,8%, costituiscono la componente quasi esclusiva dell’export provinciale. Registrano un incremento di assoluta rilevanza gli articoli di abbigliamento (+21,4%), le bevande (+24,3%, dato quest’ultimo da leggere comunque in relazione ai bassi valori assoluti), le altre attività manifatturiere (+20,5%). Più timida la dinamica per i prodotti tessili (+4,4%) che rappresentano il principale settore (con una quota pari al 58,2% del totale export provinciale). Sostanzialmente stabile la meccanica, in calo il settore dell’agricoltura (-21,7%), che in termini assoluti ha però residua incidenza sulla quota totale, la cui perdita trova compensazione nel comparto degli altri prodotti che segna un incremento del 56,6%.

Per quanto concerne i mercati di sbocco, l’Unione Europea si conferma la destinazione principale delle esportazioni biellesi, assorbendo il 59,7% delle vendite all’estero. Sono in crescita le vendite verso tutti i Paesi continentali più rappresentativi per l’export biellese: tra quelli che rivestono il maggior peso, registriamo le dinamiche in positivo verso la Germania (+6,4%) e il Regno Unito (+33,9%), divenuto il secondo mercato di destinazione in ordine di importanza superando la Francia (+1,5%). Bene l’andamento verso la Romania (+12,8%), l’Austria (+10,8%) e il Belgio (+20%).

In totale, l’export biellese diretto verso i paesi dell’area comunitaria ha ottenuto un risultato positivo pari a +10,3%.

Se nei mercati extra UE registriamo un aumento complessivo del 6,7%, le dinamiche delle vendite con i singoli Paesi di destinazione non sono univoche. La Cina si consolida come il primo Paese di sbocco fuori dai confini europei, rappresentando il quarto mercato in assoluto, assorbendo una quota del 7,2% dell’export totale biellese con un significativo incremento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2016. Bene anche il mercato USA con il +28,5% e quello della Corea del Sud (+13,2%). In flessione le esportazioni verso Paesi rilevanti come mercati di riferimento: la Svizzera (-7,1%) e il Giappone (-8,2%).

Nel complesso il dato è di rilievo (+8,9%), con alcuni comparti di minor rilevanza in termini di valore dell’export che sono in controtendenza. Il settore dell’agricoltura, pur con numeri assoluti contenuti, registra un pesante -33,6%.

Anche per la provincia di Vercelli è il comparto del manifatturiero a coprire quasi in esclusiva la quota dell’export provinciale, segnando nel complesso un aumento del 9% dei volumi di vendite all’estero. Il comparto tessile abbigliamento segna un +4,4%; in questo settore il comparto degli articoli di abbigliamento, il più importante in termini di valore, mostra una dinamica positiva pari a +8,5%. In leggero calo, al contrario, il comparto dei prodotti tessili (-0,8%) influenzato dalla secca perdita dei filati (-20%). Segno positivo invece per gli articoli farmaceutici (+8,8%), la chimica (+23,0%), gli articoli in gomma e materie plastiche (+8,2%), gli alimentari (+4,2%) e per le altre attività manifatturiere (+9,7%).

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