“Tre i valori che ci ha trasmesso nostro padre: la dedizione al lavoro, che è anche un atto d’amore verso la famiglia; la responsabilità dell’imprenditore nei confronti dell’azienda e dei suoi collaboratori, e, infine, la responsabilità sociale che coinvolge tutta la comunità che ci ospita”.
Commosso, Giovanni Clementoni, Presidente dell’azienda dove “giocare è stato sempre una cosa seria”, nel ricordare il padre Mario, anzi il “Signor Mario”, a cinque anni dalla sua scomparsa.
Il Comune di Recanati gli ha voluto dedicare una Piazza, un tributo a chi ha creato e diffuso benessere reinventando più di cinquant’anni fa il concetto di giocattolo: non solo bambole, trenini e cavalcabili, ma un’idea di gioco che mirava alla crescita del bambino, grazie soprattutto al suo “quinto figlio”, quel Sapientino che aveva la stessa funzione di un libro educativo e insegnava cose che, come ha sottolineato lo stesso Giovanni, al “bambino sarebbero servite da grande”.
Al Teatro Persiani della città leopardiana erano presenti più di 300 persone per ascoltare chi ha conosciuto il “Signor Mario”, l’uomo dei giochi che, partendo da un garage e dieci dipendenti, insieme all’altra “Signora”, sua moglie Matilde, ha fatto crescere una realtà unica in Italia, e che oggi vanta oltre 600 addetti e una posizione leader sul mercato mondiale tra puzzle, giochi in scatola, e tablet di ultima generazione.
“Ideare giochi – ha detto Giovanni Clementoni – è un conto. Ideare, produrre e venderli è un altra cosa. Ed è questo che ci ha fatto crescere, partendo da una filiera fatta di idee, tecniche produttive e tecnologia”.