La Uil (Unione italiana del lavoro) ha concluso a Perugia il ciclo di conferenze di organizzazione regionali, con l’obiettivo di individuare le sfide future e comprendere i cambiamenti della società. All’incontro odierno di San Martino in Campo erano presenti il segretario regionale di Uil Umbria Claudio Bendini, anche il segretario generale di Uil Carmelo Barbagallo e il segretario organizzativo Pierpaolo Bombardieri.
Come spiegato da Barbagallo il sindacato si sta “riorganizzando per essere più vicini ai lavoratori, ai pensionati e ai territori. Bisogna stare tra la gente per capire ciò che sta avvenendo: ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Evidentemente il sindacato non ha saputo ridistribuire la ricchezza e i governi hanno dato troppo spazio al liberismo più sfrenato. La globalizzazione deve essere regolata altrimenti le multinazionali scorazzano liberamente per il mondo creando problemi economici e occupazionali”.
Al centro del pensiero del segretario generale anche l’Europa. “Bisogna fare una battaglia – ha detto – per dire basta e per cambiare i trattati europei. Non è questa l’Europa che i nostri padri sognavano e che possiamo consegnare ai nostri figli”.
Per quanto riguarda l’Umbria il segretario regionale Bendini ha sottolineato come “gli indicatori economici sono tutti negativi” e che questa è “la regione che nell’ultimo anno ha perso più posti di lavoro. Pensiamo quale valore sarebbe stato oggi per l’Umbria avere la Buitoni-Perugina o la Ellesse”. Una situazione determinata per Bendini dall’operato delle istituzioni e della politica che “avrebbero dovuto integrare le carenze della classe imprenditoriale. Gli incentivi per le imprese avrebbero dovuto valorizzare le realtà produttive più meritevoli e quelle con più prospettive di sviluppo e non essere dati in modo generico, orientati più che altro alla ricerca del consenso”.
Il segretario regionale della Uil vede però dei margini per cambiare la situazione. “Oggi per l’Umbria – ha dichiarato – ci sono grandi opportunità: i finanziamenti per l’area di crisi dell’‘Antonio Merloni’ e per l’area di crisi complessa di Terni, i fondi europei, quelli per l’industria 4.0 e quelli per la ricostruzione post terremoto. Questi soldi dovranno essere sfruttati al meglio e chiediamo alla Regione Umbria di conoscere fin da adesso come vengono spesi”.
Sul tema dell’innovazione e sulle conseguenze nel settore del lavoro è intervenuto anche Barbagallo, il quale ha evidenziato che “bisogna fare innovazione e ricerca e sfidiamo gli imprenditori a discutere con noi di produttività” ma “visto che sempre più aziende investiranno in robot, nanotecnologia e digitalizzazione, e siccome ciò comporterà una riduzione dell’occupazione, bisognerà ridiscutere anche dell’orario di lavoro: lavorare meno per lavorare tutti, ma con benessere produttivo e lavorativo”.
E per il rilancio e lo sviluppo del Paese, Barbagallo ha lanciato anche alcune proposte del sindacato. “Il nostro – ha ricordato – è un Paese che ha il 68% del territorio in zona sismica, senza contare le aree soggette ad altre calamità naturali. Ogni anno spendiamo un sacco di soldi per recuperare i danni, ma basterebbe investirne la metà nella sicurezza del territorio per rilanciare l’edilizia. Ricostruire e mettere in sicurezza non significa cementificare ma dare una prospettiva di occupazione importante in uno dei settori che più ha pagato il costo della crisi”.