Calano le pensioni italiane. È per la prima volta

Pensioni ferme anche per il 2017: sono ormai due anni che gli assegni di quiescenza rimangono fermi al palo perché non c’è stata inflazione ed i prezzi sono bloccati allo zero assoluto. Anzi l’Inps procederà anche al recupero in quattro rate a partire da aprile, dell’inflazione più bassa registrata nel 2015, che ha visto un decremento dei prezzi dello 0,1%. La regola è ferrea: se l’inflazione è positiva, si aumenta la pensione se invece cala, scendono anche gli assegni. Poi l’istituto di previdenza spiega anche che se mai i ratei da recuperare fossero inferiori o pari ad un euro, il recupero avverrà in una unica soluzione. Il fatto non si era presentato dal 1959, quando, anche allora, nonostante l’economia fosse in piena espansione, si assistette ad una diminuzione dell’inflazione, tanto per dare il senso dei grandissimi fondamentali dell’epoca che dettero seguito al boom economico italiano. Ovviamente la percentuale non è significativa e quindi anche le cifre di perequazione saranno comunque modeste ma dà il segno che la pensione non deve per forza aumentare. Le pensioni, gli assegni vitalizi, gli assegni e le pensioni sociali sono stati quindi posti in pagamento nello stesso importo di dicembre 2016. Il trattamento minimo di pensione per i lavoratori dipendenti rimane a 501,89 euro al mese con un importo annuo di 6.524,57 euro. Gli indici di rivalutazione definitivo per il 2016 provvisorio per il 2017 si applicano anche alle prestazioni a carattere assistenziale. Per quest’anno l’importo mensile della pensione sociale, quella erogata a chi ha più di sessantacinque anni ed è in difficoltà, resta a 369,26 euro con un limite di reddito annuo personale di 4.800,38 euro e familiare di 16.539,86 euro. Per l’assegno sociale, insomma l’ex pensione sociale, l’importo è a 448,07 euro al mese con un limite di reddito personale di 5.824,91 euro (11.649,82 il tetto di reddito familiare). L’Inps fa anche sapere che quest’anno terminerà l’applicazione del contributo di solidarietà previsto a partire dal 2014 per le pensioni superiori a 14 volte il trattamento minimo, ovvero a 91.343,98 euro l’anno.

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