L’Unione Cacciatori di Sardegna, infatti, lavora in stretta collaborazione con le istituzioni, collaborando nella scelta del calendario venatorio, organizzando eventi di carattere sociale e incentivando la rimozione dei bossoli dai territori nei quali si pratica la caccia. “Durante l’incendio che ha colpito Sedilo, e che ha distrutto 2300 ettari, abbiamo aiutato le aziende locali donando loro del foraggio. In altre occasioni – ricorda Bonifacio Cuccu – siamo stati capaci di raccogliere fondi per le persone affette da dislessia. Ancora, abbiamo incentivato i giovani cacciatori alla realizzazione di foto sul territorio per mappare e poi raccogliere i bossoli, recuperandone circa 60 mila nella Provincia di Cagliari e 10 mila tra Oliena e Nuoro. Purtroppo non c’è abbastanza educazione in tal senso, e spesso nell’isola alcuni cacciatori dimenticano la fortuna di avere un territorio così bello e vasto, che va preservato: ecco perché mandiamo avanti continuamente campagne di sensibilizzazione. Ad esempio – continua il Presidente dell’Unione Cacciatori di Sardegna – i bossoli in cartone sono migliori in quanto biodegradabili: balisticamente non cambia nulla, il prezzo è leggermente più alto ma i risultati sull’ambiente sono eccezionali”.
Tra le varie problematiche, anche questioni globali come il cambiamento climatico influiscono sull’attività venatoria. “Oggi la stagione della caccia inizia a settembre per finire a gennaio, con una serie di regole e disposizioni da seguire a seconda dell’animale. Il cambiamento climatico – spiega il Presidente Cuccu – sta mutando le migrazioni: i tordi, che solitamente erano presenti nel primo mese dell’anno, ora tornano a febbraio o marzo”. Con una serie di implicazioni sull’attività venatoria. Il tema del bracconaggio sta a cuore al Presidente: “In percentuale, nel corso degli anni, è drasticamente diminuito, ma la crisi economica ha spinto diverse persone a riprendere la caccia anche delle specie protette: questo è un segnale importante su cui riflettere”. Così come è fondamentale rispettare i boschi e le foreste: “Gli animali sono abitudinari, sia i cinghiali che le specie volatili. A causa del continuo abbattimento delle foreste – afferma il Presidente – l’animale ha perso il suo habitat, tanto da raggiungere la pianura, causando problemi nei centri urbani”. L’Unione Cacciatori di Sardegna, in quanto associazione venatoria riconosciuta dalla Giunta Regionale, lavora a stretto contatto con altre realtà importanti del settore come la Federcaccia e la CPA – Caccia, Pesca, Ambiente – e, insieme, si impegnano sul fronte della lotta alla peste suina e africana, vero e proprio flagello da almeno 50 anni. A tredici anni di distanza dalla nascita dell’associazione, l’Unione Cacciatori di Sardegna rappresenta un faro per i cacciatori dell’isola e un interlocutore prezioso per le istituzioni locali. “Amo la mia terra – afferma Bonifacio Cuccu – così come i nostri associati: andando nei boschi proviamo una vera e propria sensazione di libertà. Se la caccia sparisse, perderemmo una mole di conoscenze eccezionali, nozioni che ereditiamo fin dalla preistoria e che, con impegno e passione, si sono tramandate fino ai nostri giorni”. L’unione Cacciatori di Sardegna è il custode ultimo di un sapere antico.
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