Cresce ancora l’occupazione in Italia

Un altro dato che tornerà a far discutere la classe politica sui numeri di un’economia che va avanti a balzelli, con le statistiche che segnano facili entusiasmi o ingenui pessimismi. Ancora una volta è l’Istat a fornire la materia prima, quei numeri che vengono poi interpretati a seconda della convenienza politica.

Nel secondo trimestre del 2016, segnala l’Istat, il numero degli occupati è in aumento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (circa 440.000 lavoratori). Con questa crescita il tasso di occupazione 15-64 anni sale al 57,7%, con una spinta nella fascia d’età 15-34 e tra gli over 50.

In maniera speculare diminuisce la disoccupazione, che in termini assoluti è di 993.000 unità, con una diminuzione di 109.000 unità su base annua. Diminuiscono anche i Neet, cioè quella fascia di giovani che non studiano né lavorano e che preoccupano maggiormente vista la loro condizione di sostanziale esclusione dalla società che produce e consuma. Il loro numero è sceso di oltre 250.000. Tra le nazioni europee che hanno abbassato maggiormente il tasso di disoccupazione in questo lasso di tempo figura prima la Spagna, seguita proprio dall’Italia (d’altronde sono i paesi che ne hanno sofferto di più negli ultimi anni).

Come è possibile interpretare in una chiave non positiva questi dati? In realtà a gettare un po’ di malumore ci pensano i mesi successivi; sembra da altri dati usciti nelle settimane passate che i mesi estivi (luglio, agosto) non siano stati così positivi, anche se si aspetta di capire in seguito l’andamento dell’intero terzo trimestre.

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