È boom per l’export italiano

Le aziende italiane che hanno investito negli ultimi anni nell’export dei loro prodotti hanno, secondo gli ultimi dati economici della Cgia di Mestre, azzeccato la scommessa. Nel 2015 infatti il saldo positivo (la differenza tra quanto esportato e quanto importato) ammonta a 122 miliardi (nel 2009, all’inizio della crisi era a 88 miliardi).

Alcune aree in particolare si confermano trainanti nell’export italiano nel mondo: l’area meccanica delle automazioni, il settore alimentare e delle bevande (vino tra tutti), i prodotti di design per la casa, e naturalmente le grandi griffe della moda e del lusso.

Paolo Zabeo, responsabile dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre commenta così i dati a “la Repubblica”: “Il nostro made in Italy è prodotto prevalentemente dalle PMI che grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura del buon gusto e del saper fare hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo sono requisiti indispensabili per competere sul mercato”.

Non dobbiamo quindi pensare tanto alle grandi aziende, ma a piccole realtà locali, talvolta piccolissime, che lavorando su un prodotto “esportabile” di qualità, riescono a distinguersi rispetto ad altri competitor. La clientela per molti di questi prodotti è medio-alta.

Tra i partner commerciali dell’Italia, in prima posizione figura la Germania (30 miliardi il valore delle merci esportate), seguita dalla Francia (27,7 miliardi), e dagli Usa (24,5 miliardi).

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